‘NDRANGHETA, ARRESTI TRA EMILIA ROMAGNA E LOMBARDIA. SEQUESTRATI BENI PER 330 MILIONI DI EURO

C’è anche Nicolino Grande Aracri, considerato il boss della ‘ndrangheta attiva tra la Calabria e l’Emilia, tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Alberto Ziroldi nell’ambito della nuova tranche di “Aemilia”. Oltre che per Grande Aracri, già detenuto per altre vicende, il carcere è stato disposto anche per Alfonso Diletto e Michele Bolognino, accusati di essere tra i capi dell’organizzazione sgominata dall’ondata di arresti di gennaio, e per Giovanni Vecchi; i domiciliari per Domenico Bolognino, Jessica Diletto, Francesco Spagnolo, Patrizia Patricelli e Ibrahim Ahmed Abdelgawad. Tutti sono indagati a vario titolo e in concorso tra loro di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante di aver agito per agevolare l’attività dell’associazione mafiosa. Ad Alfonso Diletto, Vecchi e Patricelli è stato contestato anche l’impiego di denaro, beni o utilità di illecita provenienza, anche in questo caso aggravata.

Le ordinanze sono state eseguite dai carabinieri e sono state emesse su richiesta della procura distrettuale antimafia di Bologna, nei confronti di 9 persone, tre dei quali esponenti della ‘ndrangheta emiliana attiva nelle province di Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Modena ed operante anche a Verona, Mantova e Cremona.

Inoltre decine di perquisizioni sono in corso in varie aree del territorio nazionale, anche a carico di liberi professionisti. Tra gli arrestati, ritenuti responsabili di trasferimento fraudolento di valori e reimpiego in attività economiche di denaro, beni ed altre utilità provento delle attività illecite della cosca, ci sono anche insospettabili prestanome. Contestualmente è in corso di esecuzione un imponente sequestro di società, beni ed attività commerciali della cosca, per un valore complessivo di oltre 330 milioni di euro.