Ndrangheta: arrestato il latitante Alessandro Longo

Nuovo arresto nell'ambito dell'operazione Carminius che lo scorso marzo ha portato in carcere 18 affiliati al clan ndranghetista Bonavota. Si tratta di Alessandro Longo, 40enne di origini calabresi e residente a Carmagnola (Torino), latitante dal 29 luglio. Dalle indagini della guardia di finanza di Torino è emerso che Longo lavorava in sinergia con i vertici dell'organizzazione criminale, i fratelli Salvatore e Francesco Arona, per assicurargli il pieno controllo del settore edile, del commercio di autoveicoli e della gestione delle videoslot a Carmagnola, comune italiano di 29mila abitanti costruito sulla destra del fiume Po a circa 30 chilometri a sud del capoluogo piemontese. Il 29 luglio scorso gli inquirenti avevano emesso un provvedimento di fermo, ma Longo era riuscito a fuggire, dandosi alla latitanza. Finita oggi, quando i finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria l'hanno intercettato in mattinata: convinto di non essere più pedinato, Longo è tornato a casa sua pensando di poterci rimanere qualche ora.

Clan Bonavota

I Bonavota sono una 'ndrina calabrese di Sant'Onofrio e Stefanaconi nel vibonese. Hanno esponenti anche a Torino, Carmagnola e Moncalieri in Piemonte e Roma e sono alleati degli Anello, dei Lo Bianco e dei Mancuso. Secondo gli inquirenti, le loro attività comprenderebbero l'estorsione, l'usura e il traffico di droga. L'operazione Carminius lo scorso marzo aveva portato in carcere 18 affiliati al clan ndranghetista Bonavota operanti nella provincia di Torino, in particolare a Carmagnola e Vibo Valentia almeno dal 2012. Sono stati accusati a vario titolo di traffico di droga, gestione illecita di slot machine, fatture false e associazione mafiosa. Pressioni, incendi, spari e altre intimidazioni a cui non sarebbe sfuggito neanche l'ex calciatore Gianluigi Lentini, nome noto nel mondo del calcio negli anni 90 ex giocatore del Torino e del Milan, ora titolare di un ristorante, obbligato a pagare “mazzette” a clan. Lentini, secondo un collaboratore di giustizia, pagava mille euro. “Paga il pizzo Lentini, quello del ristorante omonimo, l'ex giocatore di calcio – dichiarava Zito nel febbraio dello scorso anno -. A riscuotere si reca nel ristorante mio genero per conto di Franco Arone e Tonino Bono”, questi ultimi due entrambi finiti in carcere nell'ambito del blitz di luglio. Il 14 dicembre 2017 si era conclusa l'operazione Conquista che aveva portato all'arresto di 14 persone accusate di associazione mafiosa, omicidio, danneggiamenti ed estorsione in relazione all'espansione dei Bonavota su Maierato ai danni del clan avversari.