Morta dopo aver scelto una chemio non invasiva per partorie

E' morta per dare alla luce sua figlia. Glory Obibo, una ventinovenne nigeriana residente a Treviso, ha dato alla luce la sua piccola Greta tre mesi fa, prima di essere portata via da un aggressivo tumore al seno domenica 18 agosto. Accanto a lei, sul letto di morte, il compagno Samuele Nascimben e i suoi familiari che le sono stati accanto in questa lunga, doppia battaglia. Portare a termine la gravidanza e curarsi.

Una madre coraggiosa

Glory è arrivata nella cittadina veneta nel 2000 e lì si è costruita la sua vita, trovando un amore con cui ha fatto progetti e che l'ha fatta diventare madre di Greta, anche se per poche settimane. La notizia di essere incinta risale a un anno fa, ma la gioia della coppia per una creatura in arriva è stata rovinata da quella della malattia. Appena un mese dopo i medici dicono a Glory che ha un cancro al seno molto aggressivo e deve sottoporsi alla chemioterapia. La donna ha paura che la cura possa causare malformazioni al feto e sceglie una cura meno potente. Passano i mesi, con il pancione che s'ingrossa e le sedute di chemioterapia, fino a che non viene alla luce la bambina. Dopo il parto Glory si sottopone a una cura più invasiva, ma ormai il cancro ha vinto e nel giro di tre mesi dal picco della felicità fa precipitare la situazione nell'abisso della tristezza. La ragazza saluta la vita in una domenica d'estate alla Casa dei Gelsi di Treviso, un istituto per malati terminali. I funerali si terranno giovedì 23 agosto alle 10:30 nella chiesa di Dosson e le offerte saranno donate alla onlus Advar. Riporta Fanpage.it le parole del marito di Glory, Samuele, alla testata locale Tribuna di Treviso: “Ho tra le mani un diamante che alleverò con tutta la forza e la tenacia che aveva lei. Sapeva di volere nostra figlia ed ha proseguito per quella strada, come se fosse la cosa più giusta e normale”.