Milano, la Procura indaga sul giro dei riders

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Iriders, i fattorini adibiti alla consegna del cibo a domicilio, finiscono nel mirino della Procura di Milano. O meglio, il giro lavorativo dietro la rete dei rider visto che i pm indagano sulla presunta violazione delle norme antinfortunistica e di sicurezza stradale e, soprattutto, sul presunto sfruttamento dei lavoratori e tra i lavoratori, come avviene per il caporalato, oltre che sulla possibile presenza di clandestini, dopo che nel mese di agosto sono stati trovati tre lavoratori con questo status fra i trenta corrieri del cibo a domicilio soggetti a controlli. Un'indagine avviata tre mesi fa con la squadra specializzata del Dipartimento Ambiente, sicurezza, salute e lavoro, condotta dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti, con il supporto della squadra specializzata di Polizia giudiziaria e dalla Polizia locale.

L'indagine

I magistrati sono al lavoro sulle ipotesi di presunta violazione del decreto legislativo che regolamenta la sicurezza sul lavoro (e tutela ogni lavoratore sotto datore), formulate dopo aver raccolto elementi e testimonianze in merito sulle società che assumono i rider, nonostante questi non vengano inseriti nella categoria dei lavoratori subordinati in senso stretto. Sotto la lente della Procura milanese, sia gli standard di sicurezza garantiti ai fattorini (dalle assicurazioni ai mezzi a disposizione, tra i quali biciclette, caschi e luci da sera per gli spostamenti nelle ore di buio) che gli incidenti stradalli che li hanno coinvolti negli ultimi mesi, alcuni dei quali attribuiti proprio al mancato rispetto delle basilari dotazioni (soprattutto le luci per loro bici) oltre che di violazioni del codice della strada effettuate viaggiando su pedali. Anche in questo caso, il lavoro degli inquirenti è volto anche ad appurare eventuali responsabilità dei datori di lavoro, qualora venga determinata una violazione del dl sulla sicurezza sul lavoro.