L'ombra del rito tribale dietro l'omicidio di Pamela

Si fa sempre più sconvolgente il quadro dell'omicidio della 18enne Pamela Mastropietro, il cui corpo è stato ritrovato in due valigie nelle campagne di Pollenza, nel maceratese. Dopo la notizia del fermo del 29enne nigeriano Innocent Oseghale, precedenti per spaccio e un permesso di soggiorno scaduto, ora, secondo Il Tempo, emergerebbe il sospetto che la giovane sia stata vittima di “un rito tribale”.

Dai primi riscontri, pubblicati oggi dal quotidiano romano, è emerso che, prima di essere stato fatto a pezzi, il cadavere di Pamela sarebbe stato martorizzato. Oltre alle ferite riscontrate sugli arti tranciati, sarebbero poi sparite le viscere e il cuore. Un orrore. Dopo aver brutalizzato in questa maniera il cadavere, Innocent Oseghale si sarebbe “sciacquato minuziosamente” le mani con la candeggina per far perdere ogni traccia del dna della giovane.

La giovane, originaria di Roma e con problemi di tossicodipendenza, prima di scomparire era fuggita dalla comunità terapeutica Pars, di Corridonia, provincia di Macerata, dove era ospite dallo scorso ottobre per disintossicarsi. Procedono intanto le indagini, il nigeriano fermato dovrà rispondere delle accuse di omicidio, vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere. Ma non si esclude che ci siano altre persone coinvolte.