L'intervento di Fico e Martina: “I 177 devono sbarcare”

Da due giorni la nave Diciotti della Guardia Costiera è ancorata nel porto di Catania, con 177 migranti a bordo e una prospettiva di sbarco tutt'altro che imminente. Resta infatti il veto del governo sulla discesa a terra delle persone imbarcate sulla Diciotti, soccorse più di una settimana fa nel sar maltese dalla motovedetta italiana e finite al centro di un forte contenzioso con l'autorità de La Valletta, che ha finora definito l'intervento della Guardia Costiera come illegittimo, in quanto non richiesto dal barcone sul quale i migranti viaggiavano. Trascorsa una notte in rada sotto il maltempo, e con due filoni d'inchiesta aperti sulla vicenda, in mattinata è arrivata la presa di posizione di Malta che, attraverso le parole del suo ministro dell'Interno, Michael Farrugia, ha ribadito che “le autorità si sono messe in contatto con quelle italiane per onorare quanto prima gli impegni presi”.

La posizione di Malta

Ma il comunicato prosegue: “Tuttavia, le autorità italiane non hanno fornito alcuna procedura tangibile da seguire per Malta. Dall’altro lato, sfortunatamente, l’Italia non ha ancora onorato i suoi impegni sul meccanismo di redistribuzione che è stato avviato da Malta in relazione ai migranti sbarcati a Malta a bordo della MV Lifeline il 27 giugno, nonostante gli sforzi delle autorità maltesi per completare questo processo”. Una dichiarazione che, spiega, è stata diramata a seguito delle affermazioni del vicepremier Salvini sul mancato rispetto degli impegni presi con la Comunità per il soccorso e la ridistribuzione dei migranti: “Malta ha sempre partecipato ai meccanismi di solidarietà ed è stata il primo Stato membro dell’Unione europea a rispettare i suoi impegni a proposito del meccanismo di solidarietà della Commissione europea in relazione a Italia e Grecia e crispetta sempre le leggi e le convenzioni internazionali”.

L'intervento di Fico

Nelle ultime ore, sulla vicenda è intervenuto il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, il quale ha cercato di sciogliere il nodo sui 177 migranti auspicando l'avvio delle operazioni di sbarco, per poi procedere con l'iter di ricollocazione in accordo con l'Ue: “La giusta contrattazione con i Paesi dell’Unione europea può continuare senza alcun problema, adesso però le 177 persone – tra cui alcuni minori non accompagnati – devono poter sbarcare. Non possono essere più trattenute a bordo, poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue”.

 

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Intanto, la situazione a bordo resta in fase di stallo: i migranti sono stipati come possibile sul ponte della nave in attesa di conoscere il loro futuro. E, come loro, anche gli operatori dell'ong 'Medici senza frontiere' stazionano sul molo, aspettando un eventuale “ok” per salire a bordo e prestare i primi soccorsi ai 177 imbarcati, esortando “le autorità italiane a concedere rapidamente lo sbarco in modo da poter prestare le cure”.

 

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L'attrito con la Guardia Costiera e i manifestanti

Nella giornata di ieri, aveva particolarmente fatto discutere l'esternazione di un ufficiale della Guardia Costiera che, lamentando gli attacchi ricevuti per la loro attività di soccorso nel Mediterraneo, aveva definito “imbarazzante” l'atteggiamento del Governo sulla nave Diciotti: “Ci sono tanti colleghi – ha scritto in un post – che in questi giorni mi stanno scrivendo per esprimere disagio. Sui social ci stanno attaccando: attaccano la Guardia costiera, ci sono richieste al governo di destituire il comandante generale, l'ammiraglio Giovanni Pettorino. Paragonano la nave Diciotti a quella di una Ong, il nostro operato a quello degli scafisti. Sono attacchi ingiusti”. Parole alle quali, in mattinata, aveva replicato lo stesso vicepremier Salvini, riferendosi in particolare all'aggettivo utilizzato per definire la posizione italiana sui 177 migranti della Diciotti: “Dopo che il Pd e la sinistra hanno lasciato che l'Italia venisse invasa da più di 700 mila immigrati quello 'imbarazzante' sarei io? Roba da matti… Io non mollo amici, e vado avanti”. Intanto, sul molo Levante del porto di Catania, un piccolo numero di manifestanti si è radunata per caldeggiare lo sbarco e quindi il soccorso delle persone a bordo, esponendo alcuni striscioni a tema. Anche su di loro è arrivato il tweet del vicepremier leghista, nel quale ha ironizzato sulla cosa spiegando che “a Catania sono arrivati anche i 'numerosissimi' contestatori che vogliono ancora immigrati… Glielo mandiamo un bacione?”.

Il senatore dem: “Ci è stato impedito di salire a bordo”

Come previdible, diverse critiche al governo stanno iniziando a piovere dall'opposizione, in particolare dal Partito democratico, presente sul posto con alcuni suoi esponenti: “Ci è stata negata una ispezione sulla Diciotti – ha scritto il senatore dem Davide Faraone – perché finora non è stata avviata alcuna indagine epidemiologica sulla nave militare che da giorni è bloccata nel porto di Catania. Ci sono 177 migranti e tanti militari italiani dell'equipaggio sequestrati da Salvini e Toninelli che sono a rischio epidemia”. Il senatore ha spiegato di essersi rivolto alla Capitaneria di Porto e al Prefetto di Catania per salire sulla nave e parlare con capitano e medici di bordo: “La risposta che ho ricevuto – sottolinea Faraone – è che non si può salire sulla nave e nessuno può scendere fino a quando non verranno verificate dalle autorità competenti le condizioni sanitarie dei migranti. Ma nessuno ha dato alcuna autorizzazione in questo senso, per cui tutte le persone a bordo sono a rischio sanitario”. Nel pomeriggio è giunto al porto di Catania anche Maurizio Martina. Polo chiara, barba cresciuta, il segretario Pd ha chiesto di poter alire a bordo, ma anche a lui è stata negata questa possibilità. “Una nave dello Stato non può sbarcare in un porto italiano – ha commentato – per la propaganda del governo che non gestisce ma lucra sulla disperazione. Questa è la dimostrazione del fallimento delle politiche europee di ricatto di Matteo Salvini”.