Libia, altro naufragio: 100 morti, 20 sono bambini

Una nuova tragedia nelle acque del Mediterraneo, accaduta dieci giorni fa ma riportata solo oggi dallo staff di Medici senza frontiere: almeno 100 persone sono morte in un naufragio al largo delle coste libiche, avvenuto il primo settembre scorso. Msf ha riferito del salvataggio di alcune persone, soccorse dalla Guardia Costiera libica e trasferite presso Khoms, a est della capitale Tripoli, il giorno successivo. Stando a quanto riportato finora, fra le vittime ci sarebbero almeno venti bambini, tra i quali due di appena 17 mesi. Uno dei sopravvissuti avrebbe raccontato che un sos era stato lanciato anche alla Guardia Costiera italiana ma, al momento dell'arrivo dei “soccorritori europei sono giunti la barca era già affondata”.

Il racconto del superstite

Sarebbero stati due, secondo le informazioni di Msf, i gommoni salpati dalla Libia quella mattina, per un carico complessivo di 185 persone provenienti da diversi Paesi africani, tra i quali Ghana, Nigeria, Algeria, Egitto, Mali, Sudan e la stessa Libia. Il superstite ha riferito che uno dei due “si è fermato per un guasto al motore, mentre il nostro ha continuato a navigare ma ha cominciato a sgonfiarsi verso l'una del pomeriggio”. E conferma i presenti: “Eravamo 165 adulti e 20 bambini”. Come raccontato dall'uomo, citato dai volontari di Medici senza frontiere, il segnale di soccorso alle motovedette italiane sarebbe stato lanciato subito, con la promessa di un invio immediato di soccorritori. Il gommone però, ha iniziato a perdere rapidamente consistenza, non dando tempo alle vedette di arrivare.

Soccorsi arrivati tardi

Quando “i soccorritori europei sono arrivati”, ha detto ancora il superstite, erano “in aereo” e hanno “lanciato zattere di salvataggio quando eravamo già in acqua e la barca già affondata e capovolta. Se fossero arrivati prima, molte persone si sarebbero potute salvare”. Sulla sua imbarcazione, racconta, “solo 55 persone sono sopravvissute”. A quel punto sono arrivate sul luogo del disastro anche le imbarcazioni della Guardia Costiera libica, le quali non hanno potuto far altro che accogliere a bordo coloro che erano scampati all'affondamento e constatare l'annegamento di almeno un centinaio di persone.