La parte buona di Vittoria contro i boss

Una corona di rose bianche apposta su una bara lucente, assieme a una t-shirt verde del Grest “San Domenico Savio”: è un'immagine che i genitori del piccolo Alessio, il bambino di undici anni travolto giovedì sera da un Suv per le strade di Vittoria, non avrebbero mai voluto vedere. Eppure eccoli lì, entrambi inermi, a piangere una vita troppo precoce agli strappi, cancellata una sera d'estate da un Suv impazzito. Alla guida del veicolo si trovava Rosario Greco, figlio del boss locale Elio, fermato con un tasso alcolemico superiore alla norma assieme a Maurizio Cutello ed Angelo Ventura, tutti accusati di omissione di soccorso. La tragedia è stata acuita ieri dalla morte del cugino dodicenne di Alessio, Simone che, a causa dell'incidente, aveva perso le gambe per poi spirare al Policlino di Messina, mentre a Vittoria si tenevano le esequie del cuginetto. “Martiri” li ha definiti Filippo Dispenza, il Commissario straordinario alla guida del Comune i cui organi elettivi sono stati sciolti dal Governo per infiltrazione mafiosa, che dalle colonne di In Terris lancia un appello in nome di quella comunità di Vittoria che, a fronte di chi scappa delle responsabilità, chiede invece che giustizia sia fatta.

Prefetto, qual è stata la risposta vostra e della cittadinanza a questo dramma?
“La Commissione straordinaria del Comune di Vittoria ha deciso di stare vicino alle famiglie dei due martiri, Alessio e Simone, costituendosi parte civile al processo. Abbiamo dichiarato lutto cittadino per Alessio e lo faremo anche per Simone il giorno del suo funerale (previsti domani o fra due giorni, ndr). Credo che la città debba liberarsi di questa cappa di criminali, in cui i pochi condizionano la vita di tutta una città. La città deve essere sgravata da questo giogo criminale che la tiene come in ostaggio”.

Al dramma delle due morti s'è aggiunto quello delle onoranze funebri di matrice “criminale”. Cosa ne pensa dell'appello del giornalista antimafia Paolo Borrometi, fatto da queste stesse colonne?
“Credo che bisognava fare un passo indietro e scegliere il silenzio, ma a volte la strada che si sceglie è quella dell'illegalità. Ha ragione Paolo Borrometi, che ha denuciato il milieu criminale a cui sarebbero legate le onoranze funebri, quando dice che bisogna fare silenzio. Anch'io ritegno che era necessario fare un passo indietro. Sono convinto che, nel caso di Alessio, la scelta della famiglia sia stata condizionata dalle svariate difficoltà in cui versa attualmente. Abbiamo rispettato la loro decisione, ma ci siamo impegnati perché questo non avvenga con Simone”.

Quanto è grande la cappa criminale nella città?
“È grande quanto la protervia, l'arroganza dei criminali che vivono in questa città. Lo hanno dimostrato i fatti di giovedì scorso, dove i criminali sono scappati invece che soccorrere i bambini investiti. C'è chi scappa dalle responsabilità, ma la gente per bene di Vittoria non è abituata ad avere a che fare con questi soggetti. Per questo è urgente che sia rotto questo giogo di criminali che si permettono di minacciare chi denuncia, come nel caso del giornalista Paolo Borrometi. Da parte mia e dello Stato, esprimiamo la nostra vicinanza al giornalista, che si trova sotto scorta”.

Cosa vede nella comunità di Vittoria?
“La maggior parte della città è fatta da persone per bene, che amano la cultura, la serenità e la serietà. Ho incontrato molti giovani della città e, insieme, abbiamo realizzato anche progetti formativi molto importanti con al centro la nostra Costituzione e l'applicazione delle leggi. La comunità è essenzialmente sana e lo dimostrano le tante iniziative culturali fatte allo scopo di educare le nuove generazioni”.

Lo Stato come sta fronteggiando il problema?
“Posso dire che lo Stato non solo è presente a Vittoria, ma sta facendo tantissimo. Lo dimostrano sia la nostra presenza che le operazioni di polizia giudiziaria contro le cosche criminali. Le porto, a titolo d'esempio, l'opera straordinaria della Polizia di Stato che ha consentito di sequestrare circa 203 milioni di euro ai crimnali di Gela che avevano il possesso e la proprietà della sede del Commissariato di Vittoria. A tal proposito, domani emetteremo una delibera per assegnare alla Polizia di Stato nuovi locali dell'ex tribunale di Vittoria da adibire a commissariato di pubblica sicurezza. Lo Stato c'è e il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sta seguendo personalmente tutte le vicende sin dai tempi del commissariamento conseguente allo scioglimento del comune di Vittoria. Fu lo stesso ministro Salvini, tra l'altro, a proporre al Governo il commissariamento del Comune. Da allora segue tutte le vicende, compresa l'ultima tragedia dei martiri Simone e Alessio. La nostra presenza è la dimostrazione che lo Stato c'è e lo dimostra il fatto che ci viene richiesto un immenso sacrificio per ripristinare l'applicazione della legge nel Comune di Vittoria e nelle aree circostanti”.

Anche la Chiesa sta dando il suo contributo…
“Sì. Accanto ai progetti fatti in sinergia con i Ministeri dell'Istruzione e dell'Interno, abbiamo creato un'eccellente collaborazione col clero cattolico di Vittoria, che ci sta dando una mano importante nelle nostre funzioni di amministratori straordinari. Recentemente, il vescovo di Ragusa, mons. Carmelo Cuttitta, ha organizzato un evento all'interno della cattedrale di Vittoria alla presenza di vescovi, magistrati e anche la mia per discutere di temi quali mafia, crimine organizzato e comuni sciolti per infiltrazione criminale”.

C'è, dunque, una speranza che le cose possano cambiare?
“Certamente, ma la speranza resta se coltivata, giorno dopo giorno, da parte delle istituzioni, della società civile, delle varie comunità, della scuola. Alla scuola, infine, conferisco una missione molto importante, direi essenziale. Ripongo speranza nelle istituzioni culturali e nei luoghi deputati all'insegnamento dei valori e dell'educazione civica, come la scuola e le parrocchie. Questo bisogna insegnare alle nuove generazioni: alla fine il crimine non paga, quindi solo attraverso i valori civici si può evitare il fenomeno corruttivo delle nostre società, che è un cancro”.

In chi ripone maggiormente speranza?
“Auspico che il sacrificio di questi due piccoli martiri serva, anzitutto, a dare una scossa alla città, a quella 'parte sana' che è la stragrande maggioranza, per liberarsi del giogo mafioso e ricostruire un senso di comunità attorno alle persone per bene. Vittoria non merita la presenza di certi personaggi e a tutti noi è richiesto il rispetto delle leggi e del senso d'umanità. Tuttavia, sono i giovani la categoria che va sensibilizzata al rispetto perché, se si cresce coltivando una mentalità sana, si può pensare di debellare la mentalità criminale”.