La morte della teste chiave diventa un giallo

E' giallo per la morte di Imane Fadil, modella 34enne di origini marocchine testimone chiave dell'accusa nei processi sul caso Ruby. La donna è deceduta lo scorso primo marzo nella clinica Humanitas di Rozzano (Milano) dove era ricoverata da gennaio.

La morte

A quanto si apprende la Procura del capoluogo meneghino starebbe indagando per omicidio volontario, provocato, forse, da avvelenamento. Fadil stessa, infatti, ai suoi familiari avrebbe confidato di essere stata avvelenata. La morte, poi, sarebbe avvenuta dopo “un mese di agonia“. La giovane, però, ha raccontato la sorella, sarebbe stata vigile sino all'ultimo istante, nonostante il “progressivo cedimento degli organi“. Sul corpo è stata disposta l'autopsia. Successivamente, dagli esami tossicologici è emerso che Fadil sarebbe morta per “un mix di sostanze radioattive”. Secondo quanto riferito all'Agi da fonti qualificate, la donna sarebbe stata esposta a sostanze non reperibili in commercio (non sarebbe il polonio), in una quantità che escluderebbe la contaminazione accidentale.

Indagini

Fadil, che è stata parte civile nel processo Ruby bis sulle serate a luci rosse a casa di Silvio Berlusconi e che di recente invece è stata estromessa da parte civile nel processo Ruby ter, da quanto è stato riferito, si è sentita male a casa di un amico, da cui viveva. Era stata ricoverata prima in terapia intensiva e poi in rianimazione. Nelle settimane in cui la ragazza si trovava in degenza e nemmeno il giorno della morte, l'ospedale non avrebbe comunicato alcunché alla magistratura, sebbene non siano state individuate le cause della morte e non ci sia una diagnosi certa sul decesso. Per questo nell'ambito dell'inchiesta coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano, gli inquirenti dovranno sentire anche i medici che non sono riusciti a salvarla. Inoltre hanno disposto gli accertamenti sul sangue rilevato alla giovane modella durante il ricovero ospedaliero e l'acquisizione di oggetti personali, documenti scritti e brogliacci di un libro che stava scrivendo e che conservava. E' già stato anche sentito in procura il fratello, la persona con cui lei in questo ultimo periodo si sarebbe confidata. La procura ha saputo della morte della modella solo una settimana fa in quanto informata dal suo legale. Il procuratore capo di Milano, Francesco Greco, ha assicurato che verranno effettuati in tempi brevi “indagini approfondite perché in questo caso c'è stata una morte e quindi bisogna considerarla una vicenda seria”.