L'Ue scioglie l'impasse, in sei aprono i porti

Dopotutto sembra che il rischio di un nuovo caso Aquarius non si concretizzerà del tutto. I Paesi dell'Unione europea, infatti, rispondendo all'appello dei responsabili delle due ong presenti sulla nave (Msf e Sos Mediterranée), hanno stabilito come soluzione per i 141 migranti a bordo una ripartizione in 6 Stati membri.  A confermarlo è stato il premier maltese, Joseph Muscat, il quale ha riferito che i Paesi che apriranno i propri porti ai salvati di Aquarius saranno, oltre all'isola di Malta (dove la nave attraccherà), anche Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Spagna. Il bastimento si trova ora in mare aperto, a circa 32 miglia nautiche dalle coste italiane e più o meno alla stessa distanza da quelle maltesi.

La questione Gibilterra

Nel frattempo, sembra che anche la revoca dell'iscrizione nel registro navale di Gibilterra della nave delle ong Sos Mediterranee e Msf sia a un punto di svolta. L'autorità marittima dello Stretto, infatti, ha fatto sapere che fra meno di una settimana revocherà l'autorizzazione alla nave che, al momento, risulta iscritta come 'search and rescue vessel': Aquarius, dunque, non potrà più esporre la bandiera di Gibilterra. Una notizia accolta con polemica dai responsabili delle due ong a bordo i quali, spiegando di aver rispettato negli ultimi due anni tutti gli obblighi previsti dalla regolamentazione marittiman, hanno fatto sapere che la decisione rientra in “una manovra politica volta a danneggiare il lavoro dell'ong Sos Méditerranée,che insieme a Medici Senza Frontiere gestisce la nave”. Il coordinatore dei soccorsi, Nicola Stalla, ha poi fatto sapere che, probabilmente, la nave chiederà “alle autorità tedesche di battere bandiera della Germania visto che la nave precedente era immatricolata e di proprietà tedesca”. Una situazione che i responsabili di Aquarius puntano a risolvere per il 20 agosto (giorno in cui non potrà più battere bandiera gibilterrina) poiché, per proseguire la propria attività, deve necessariamente avere l'autorizzazione di un Paese.

La versione italiana

Nella giornata di ieri, il ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini aveva parlato della nuova vicenda Aquarius ribadendo che i porti italiani sarebbero rimasti chiusi: “La nave ogn Aquarius con 141 migranti a bordo: proprietà tedesca, noleggiata da ong francese, equipaggio straniero, in acque maltesi, battente bandiera di Gibilterra. Può andare dove vuole, non in Italia! Stop trafficanti di esseri umani e complici, #portichiusi e #cuoriaperti”. Anche il ministro dei Trasporti, Toninelli, aveva confermato la linea di Salvini, facendo appello a Londra affinché si occupasse della questione: “L'ong Aquarius è stata coordinata dalla Guardia costiera libica in area di loro responsabilità. La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera di Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi”.