L'arresto del sindaco di Riace scatena la polemica

È calabrese l'uomo del giorno. Domenico Lucano, sindaco di Riace (RC), è stato arrestato dalla Guardia di Finanza su provvedimento della procura di Locri per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. Il piccolo paese della costa reggina orientale (2mila abitanti) è balzato alle cronache proprio per l'iniziativa del primo cittadino di accogliere rifugiati e richiedenti asilo. L’inchiesta denominata “Xenia” avrebbe accertato una serie di illeciti nella gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace proprio per l'accoglienza degli stranieri.

I “matrimoni di convenienza”

L'indagine è iniziata quasi un anno fa, nel novembre 2017, per concussione e abuso d’ufficio. I finanzieri avevano perquisito gli uffici del Comune e l’abitazione privata del sindaco. I magistrati della procura di Locri gli avevano contestato di non aver “rendicontato a sufficienza fatture delle spese sostenute nel 2014”. Nel corso delle indagini – scrive il gip – è emersa la “particolare spregiudicatezza del sindaco Lucano, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell’organizzare veri e propri 'matrimoni di convenienza' tra cittadini riacesi e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano”.

La difesa di Lucano

Da parte sua il sindaco Lucano si difende così: “Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge”, avrebbe detto in un colloquio intercettato dalla Guardia di Finanza. Il sindaco di Riace parla del caso di una donna cui è stato rifiutato per tre volte il permesso di soggiorno: “Io la carta d'identità gliela faccio, sono un fuorilegge. Non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità. La iscriviamo subito. Fino ad ora la carta d'identità l'ho fatta così”.

Il commento di Salvini e la reazione social

La vicenda ha sconfinato in politica, come era immaginabile prevedere vista la notorietà del cosiddetto “modello di accoglienza Riace”. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, a Napoli per presiedere il comitato provinciale di sicurezza e ordine pubblico, ha commentato con ironia: “Chiedete un commento a Saviano, alla Boldrini, ai campioni dell’immigrazione fuori controllo”. Non si è fatta attendere la replica della ex presidente della Camera. “Le decisioni della magistratura, come sempre vanno rispettate, ma sono certa che Mimmo Lucano saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Il Sindaco di Riace ha prodotto un modello di accoglienza che ha avuto riconoscimenti anche internazionali”, le parole della Boldrini, che ha sottolineato che l'azione di Lucano avrebbe anche “risollevato l’economia di un territorio” a rischio spopolamento, ubiato in una zona, la locride, “da sempre minacciata dalla presenza della criminalità organizzata”. Pronta anche la risposta al vicepremier dello scrittore Roberto Saviano: “Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell'Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche”, scrive su Facebook, sottolineando che “nelle azioni di Mimmo Lucano non c'è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile“. Messaggi di solidarietà a Lucano giungono da più parti. Dal mondo della tv si registrano quelle di Alessandro Gassman e Giuseppe Fiorello, che invita persino il Papa ad intervenire nel merito. Stessi toni anche da parte di esponenti delle sinistre e del governatore della Toscana, Enrico Rossi. Il sottosegretario all’interno M5s Carlo Sibilla va controcorrente: “Riace non era un modello, è finita l’era del business dell’immigrazione”. È questo il titolo di un suo post del Blog delle Stelle in cui sottolinea: “Il sistema dell’accoglienza targato Pd ha creato più indagati che integrati. Il governo del cambiamento ha dichiarato guerra al business dell’immigrazione. Nel Dl sicurezza ci saranno già risposte importanti, operiamo una stretta doverosa sui controlli delle spese di danari pubblici”.