L'addio di Alessandria ai tre Vigili del fuoco

Questa mattina Piazza Giovanni XXIII ad Alessandria era una fiumana di persone costellata dei caschi rossi dei Vigili del Fuoco. Una calca commossa ha voluto dare l'ultimo saluto a Marco Triches, Matteo Gastaldo e Antonio Candido, i tre pompieri sepolti dalle macerie di una cascina crollata in seguito all'esplosione di una bombola di gas collegata a un timer nella notte del 5 novembre a Quargnento. Nella Cattedrale di Alessandria, dove si sono tenute le esequie, c'era anche Giuliano Dodero, il capo squadra dei vigili del fuoco rimasto ferito nell'esplosione, che è entrato in Chiesa in carrozzella, accompagnato dall'applauso scrosciante e commosso dei partecipanti. Ai funerali hanno partecipato anche il premier Conte, la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico.

I punti oscuri della vicenda

Sono ancora tutti da chiarire i contorni della tragica vicenda consumatasi nella notte del 5 novembre scorso nelle campagne del Monferrato, alle porte di Alessandria. Il luogo dell'incidente era una cascina trasformata in una villa di due piani. Non ci viveva nessuno, la corrente elettrica era staccata. Sull'immobile, venduto parzialmente nel 2010 dall'imprenditore pugliese Giovanni Vincenti, che lo aveva acquistato 23 anni fa per realizzare un maneggio di cavalli, pendeva una vendita incombente: l'uomo aveva messo in vendita tutta la proprietà al costo di 620.000 euro. Oggi di quell'immobile non restano che macerie. Nella notte del 5 novembre, i vicini hanno chiamato i Vigili del Fuoco dopo essersi accorti che dallo stabile provenivano delle fiamme. Il vicinato sapeva che la villa era chiusa da tempo e quell'incendio pareva sospetto. Accorsi in poco tempo, i pompieri hanno notato un'anomalia: all'interno della struttura disabitata, infatti, erano state poste delle bombole a gas collegate a un timer. L'esplosione di una di esse ha causato il crollo della villa e la morte dei tre Vigili del fuoco: due sono deceduti a causa dell'onda d'urto dell'esplosione, il terzo è stato sepolto dalle macerie.

Il vescovo: “Non facciamoci contaminare dal male”

“Non dobbiamo farci travolgere dal male, dalla disperazione, dall'amarezza” sono state le parole che il vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, ha pronunciato nell'omelia: “Siamo qui, in questo momento di dolore profondo, per chiedere la benedizione di Dio per Nino, Marco e Matteo, morti in un atto di servizio alla comunità – ha ricordato -. In questo momento di dolore, dobbiamo scegliere l'amore di Gesù, l'unico che ci può dare la forza di non essere travolti dal male, dalla disperazione, dall'amarezza” per concludere: “Di fronte a ogni stortura di questo mondo e di questa vita, la nostra forza sta nel non farci contaminare dal male, dalla zizzania”. Al termine delle esequie, ha preso la parola il comandante dei vigili del fuoco di Alessandria, Roberto Marchioni, che ha detto, visibilmente commosso: “Siamo passati dalla speranza all'incredulità per quello che stavamo vivendo, poi la rabbia, il bisogno di capire perché e chi ha fatto questo, poi il cordoglio non di una città ma di un intero Paese che ci ha dimostrato un'indimenticabile vicinanza di affetto”. E, tra le lacrime, ha aggiunto: “Sono orgoglioso il essere il vostro comandante“. Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha voluto dare l'estremo saluto ai tre uomini e sostenere i loro cari: “Facciamoci coraggio” è stato il suo invito ai parenti delle vittime. La mamma del calabrese Antonio Candido ha chiesto al premier massimo impegno nel trovare i responsabili dell'esplosione. È, infatti, in corso un'indagine per omicidio plurimo e crollo doloso. “Chi ha preparato l’esplosione lo ha fatto per uccidere” è stato il commento del procuratore di Alessandria, Enrico Cieri, che ieri mattina ha fatto il punto sulle indagini.