Izzo ai pm: “Violentammo e uccidemmo un'altra ragazza”

Non solo il massacro del Circeo e la strage di Ferrazzano: la carriera criminale di Angelo Izzo, killer noto alle cronache principalmente per i due fatti di sangue risalenti rispettivamente al 1975 e al 2005, potrebbe essere stata corredata da un altro atroce delitto, risalente anch'esso allo stesso anno del primo omicidio: Izzo ha riferito ai magistrati che lui e il suo branco sarebbero responsabili anche della morte di Rossella Corazzin, 17enne friulana scomparsa il 21 agosto 1975 da Pieve di Cadore e, secondo quanto da lui riportato, violentata e uccisa sulle rive del Lago Trasimeno. Come riferito dal 'Gazettino', il fascicolo contenente le dichiarazioni di Izzo sarebbe finito al procuratore di Belluno, Paolo Luca, il quale lo ha successivamente girato al collega di Perugia.

Le parole di Izzo

L'inchiesta sui presunti fatti del Trasimeno aveva subito un'archiviazione dalla Procura in quanto Izzo era ritenuto non credibile e nessun elemento, a seguito di successive verifiche, era emerso a supporto della sua tesi. A ogni modo, il killer del Circeo ha riferito ai pm romani (ai quali per competenza era stato trasmesso il fascicolo) che in 10 rapirono e violentarono Rossella prima di ucciderla. La scelta sarebbe ricaduta su di lei in quanto ancora vergine. Il corpo della ragazza, la cui sorte è rimasta un giallo fino a oggi, non è mai stato ritrovato. Come spiegato dal procuratore bellunese “nelle dichiarazioni sulle altre violenze del gruppo rese ai pm di Roma e che mi sono state trasmesse, Angelo Izzo ha dedicato poche parole, vaghe, alla vicenda di questa ragazza, Rossella Corazzin, ma ha dato riferimenti su data della scomparsa e luogo dell'uccisione, da far ritenere che sia effettivamente lei”. Il legale Massimo Ciardullo, difensore di Gianni Guido (il quale è nel frattempo tornato libero), ha definito quella legata al caso Corazzin “una notizia priva di qualsiasi fondamento. Quello che racconta Angelo Izzo va sempre preso con le molle perché in passato ha dimostrato di essere una persona non coerente e lineare”. L'avvocato ha inoltre affermato di non sapere “nulla di questa vicenda”. Non è infatti la prima volta che Izzo si rende protagonista di rivelazioni simili.

Dal Circeo a Ferrazzano

L'omicidio, al netto di successivi sviluppi, sarebbe dunque da datarsi un mese prima dei fatti del Circeo, rimasti nella memoria popolare come uno dei delitti più feroci e insensati della storia recente del nostro Paese. La violenza con la quale Izzo, assieme ai suoi due compagni Gianni Guido e Andrea Ghira, si accanirono su Rosaria Lopez (uccisa) e Donatella Colasanti (massacrata fin quasi alla morte) rimase impressa in modo indelebile nella memoria popolare, così come il mancato riscontro di alcun cenno di pentimento nei killer, nemmeno dopo le condanne. Due di loro, Izzo e Guido, furono arrestati poche ore dopo, mentre Ghira, avvertito in tempo da una soffiata, sparì nel nulla emigrando probabilmente in un altro Stato senza mai essere rintracciato. Lo scalpore della vicenda fu connesso anche allo status dei tre ragazzi, tutti appartenenti a famiglie benestanti e frequentatori dei luoghi di ritrovo della Roma bene. La follia di Izzo si palesò nuovamente nel 2005 allorché, dopo aver beneficiato del regime di semilibertà, uccise altre due donne, Maria Carmela e Valentina Maiorano, rispettivamente moglie e figlia del pentito Giovanni Maiorano. A seguito dei nuovi delitti, che non mancaraono di scatenare feroci polemiche nell'opinione pubblica italiana, Izzo fu dapprima condannato a 30 anni e, infine, a due ergastoli confermati anche negli ultimi due gradi di giudizio.