India: non ce l’ha fatta il bambino precipitato nel pozzo

Oltre 100 ore di lavoro, ma sono stati inutili gli sforzi per salvarlo

Marocco

Dopo oltre 100 ore di lavoro ininterrotto, quando ieri i soccorritori lo hanno estratto, per il piccolo non c’era più nulla da fare. Si è conclusa. così, in tragedia la corsa contro il tempo per salvare il bambino di tre anni caduto in un pozzo a cielo aperto nel villaggio di Niwari, nell’India centrale. Il piccolo era stato trasferito presso l’ospedale più vicino, ma qui i medici lo hanno dichiarato morto.

Un incubo durato tre giorni

Il bambino era precipitato nel pozzo il 5 novembre, ed era rimasto bloccato a 18 metri di profondità. Il Governatore del Madhya Pradesh, Shivraj Singh Chouhan, che aveva inviato sul luogo oltre al National Disaster Response Force e allo State Disaster Response Force, i due corpi della Protezione Civile indiana, anche l’esercito, ha espresso in un tweet il suo profondo cordoglio e ha annunciato un risarcimento alla famiglia.

Un pozzo verticale per salvare il bambino

Lavorando giorno e notte, i soccorritori hanno scavato un pozzo verticale parallelo a quello in cui Prahlad era caduto. Poi, arrivati all’altezza di 18 metri, per raggiungerlo, hanno dragato raggiunto un’altra galleria orizzontale. I pozzi, che costellano gran parte dei villaggi rurali indiani, sono l’unico modo per ottenere l’acqua, in mancanza di un sistema di distribuzione idrico. Spesso però, sono a cielo aperto, senza protezione, e costituiscono così uno dei pericoli maggiori per i bambini. Ogni anno in India, infatti, si contano alcune decine di incidenti mortali di questo tipo.