Inasprita la pena per Formigoni

La Corte d'Appello di Milano ha inasprito la pena per Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia (in carica dal 1995 al 2013) condannato per corruzione nell'ambito dello scandalo Maugeri e San Raffaele. Accolta dunque la richiesta della Procura, che richiedeva l'innalzamento degli anni di reclusione per l'ex presidente regionale da 6 a 7 anni e mezzo nel processo milanese che vede Formigoni imputato per il caso dei fondi neri sulla clinica Maugeri e del San Raffaele: secondo l'accusa, infatti, l'allora presidente, in un periodo compreso fra il 1997 e il 2011, avrebbe permesso l'uscita di fondi per 61 milioni di euro, i quali sarebbero stati barattati in cambio di tangenti per circa 7 milioni, transitate sotto forma di consulenze sui conti delle società di Daccò e Simone, uomini di fiducia di Formigoni. Denaro che, stando sempre all'accusa, l'ex presidente avrebbe utilizzato per beni di lusso, favorendo al contempo le due cliniche con delibere di giunta.

Il secondo filone

Formigoni ha sempre respinto in modo netto tali accuse ma, già in primo grado, i giudici avevano confermato la tesi accusatoria, non solo confermata ma addirittura incrementata con la sentenza in Appello dei giudici. L'ex governatore è chiamato a processo anche a Cremona, il prossimo 27 novembre, rinviato a giudizio per quanto riguarda il caso Guarischi: l'accusa è di corruzione e turbativa d'asta nell'ambito dell'indagine sul caso dell'acceleratore lineare 'Vero', utilizzato per la diagnostica oncologica e acquistata dall'ospedale Maggiore di Cremona.

Gli altri imputati

Assieme a Formigoni, 7 anni e 6 mesi anche a Costantino Passerino, ex amministratore della Fondazione Maugeri. I giudici della corte d’Appello hanno dichiarato prescritti tutti gli episodi anteriori al novembre del 2010 che gli sono stati contestati. Non accolta dunque la richiesta al rialzo (7 anni e 7 mesi) della Procura. Confermata, invece, la condanna per Claudio Farina (riciclaggio).