In 40 ancora bloccati sulla Sarost 5

Potrebbe arrivare a breve una soluzione per i 40 migranti bloccati da 13 giorni a bordo della nave Sarost5, battente bandiera tunisina. L'Ong Ftdes, infatti, avrebbe chiesto alle autorità della Tunisia il consenso a sbarcare gli uomini e le donne presenti a bordo sul suolo del Paese nordafricano. Questo, almeno, quanto filtrato dal personale presente a bordo della nave, il quale ha invitato lo Stato a “rispondere alla richiesta di soccorso” di 40 migranti, di varie nazionalità africane, per sbarcare nel porto di Zarzis e ricevere gli aiuti medici e psicologici necessari. A tal proposito, Ftdes ha diramato un comunicato nel quale ribadisce le situazioni di estrema difficoltà vissute a bordo, tra necessità di assistenza medica per alcuni e di maggiore nutrimento per altri.

L'allarme

A riprova della complicata situazione a bordo, nella giornata di ieri è stata diffusa la notizia di una donna in procinto di abortire qualora non venga sbarcata immediatamente e assistita da personale medico. L'allarme era stato diramato dalla Mezzaluna Rossa tunisina che, meno di 24 ore fa, si è recata a bordo della Sarost 5 per visitare i migranti a bordo e prestare soccorso ai più bisognosi: “L'Europa – ha scritto il Forum – sta applicando la politica del fatto compiuto per quanto riguarda le piattaforme di accoglienza dei migranti in Tunisia, rifiutando di aprire loro le porte e imponendo una politica sistematica di sanzioni contro tutti coloro che prendono parte alle operazioni di soccorso, attraverso restrizioni sull'azione di imbarcazioni di salvataggio delle organizzazioni umanitarie”.

L'appello

Poi un ulteriore avviso rivolto ai Paesi, alla luce dell'attggiamento di complessiva distanza da quanto sta accadendo al largo della Tunisia: “Il costo umano delle politiche migratorie europee è una continua vera tragedia”, in particolare “le politiche disumane degli Stati dell'Unione europea che si rifiutano di assumere la responsabilità legale e umana nei confronti dei migranti e delle operazioni di salvataggio in mare che hanno causato centinaia di morti per annegamento dall'inizio dell'anno”. Un riferimento al nuovo assetto europeo nei confronti del tema dell'immigrazione, che molto sta facendo discutere. Nel frattempo, le condizioni dei migranti a bordo continuano ad aggravarsi (come riportato dallo stesso capitano), trascorse ormai quasi due settimane dal loro salvataggio in pieno Mediterraneo. Pe questo l'ong ha deciso di rivolgere un appello affinché il porto di Zarzis, distante 45 minuti di navigazione, possa finalmente fornire un proprio molo.