Il Governo difende la legge contro il suicidio assistito

Era oggi l'ultimo giorno per farlo. Il Governo si è costituito davanti alla Corte costituzionale nel procedimento sollevato dalla Corte di assise di Milano nell'ambito del processo all'attivista radicale Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come Dj Fabo. Al termine del processo, i giudici avevano trasmesso gli atti alla Consulta per valutare la legittimità costituzionale del reato di aiuto al suicidio, contestato a Cappato.

Marco Cappato ha iniziato il processo l'8 novembre, dopo che lui stesso si era autodenunciato ai carabinieri per aver accompagnato in Svizzera il dj 40enne diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente stradale, per sottoporsi alla pratica del suicidio assistito nella clinica Dignitas. Il 14 febbraio scorso, la Corte d’Assise di Milano nel processo penale a carico di Cappato aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale, quello che punisce il reato di istigazione e aiuto al suicidio.

Nei giorni scorsi sulla vicenda era intervenuto anche Massimo Gandolfini, presidente del Family Day, ricordando “è prassi consolidata che il Governo si costituisca sempre a sostegno della legittimità della norma che viene impugnata, e questo passaggio non è irrilevante sul piano istituzionale”. “Ci auguriamo infine – aveva aggiunto il neurochirurgo – che il governo Gentiloni abbia un sussulto di dignità, lasciare che venga introdotto il diritto al suicidio non ha nessuna giustificazione”.