IL GIAPPONE FLAGELLATO DAL TIFONE ETAN: DECINE DI FERITI, MIGLIAIA GLI SFOLLATI

Grande preoccupazione in Giappone, che è costretto a fare i conti con le piogge torrenziali causate dal passaggio del tifone Etan. Decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa del diluvio che ha colpito alcune zone del Paese, mentre acque contaminate dell’impianto nucleare di Fukushima sono finite nell’oceano a causa delle alluvioni. L’agenzia di meteorologia nazionale ha diffuso oggi “allerte speciali” per le prefetture di Tochigi e Ibaraki, a nord di Tokyo. “Il maltempo è di una portata a noi sconosciuta e pone un pericolo immediato –  ha comunicato un responsabile dell’agenzia, Takuya Deshimaru -. Occorre essere molto vigili nei dintorni delle regioni, ma l’allerta speciale è stata emessa solo per due province”.

A Joso, città a nord di Tokyo dove risiedono 65mila persone, un fiume in piena ha travolto gli argini distruggendo case e automobili, mentre i residenti attendevano disperati l’arrivo dei soccorsi. Le drammatiche immagini trasmesse dalle televisioni hanno mostrato un muro di fango esondare dal fiume Kinugawa e travolgere tutto quello che incontrava nel suo cammino. Anche gli elicotteri dell’aeronautica del Sol levante sono scesi in campo per aiutare nelle operazioni di soccorso, salvando decine di persone salite sui tetti per sfuggire alla furia delle inondazioni.

Il servizio meteorologico nazionale del Giappone ha lanciato l’allarme rosso per alcune prefetture a nord di Tokyo, mettendo in guardia contro il gravissimo pericolo di alluvioni di fango e acqua. Secondo gli esperti si tratta di una scala di precipitazioni che il Giappone non aveva mai sperimentato. Oltre una dozzina di persone sono rimaste ferite, tra cui una donna di 77 anni ricoverata con una gamba fratturata dopo essere stata travolta dal vento. Il tifone Etan, atterrato sul territorio nipponico nella giornata di mercoledì, ora si è spostato sul Mar del Giappone ma la sua coda di piogge torrenziali continua a flagellare il Paese.