Il candidato di FdI a Spada: “Riprendiamoci Ostia”. Deferito dal partito

Riprendiamoci Ostia […] quanto vorrei che fosse comune a sè”. Con queste parole Dario Cologgi, in corsa nella lista di Fratelli d'Italia per “Picca presidente”, a supporto della candidata del centrodestra a presidente del X municipio, il 6 giugno rispondeva ad un commento di Roberto Spada, arrestato nei giorni scorsi per l'aggressione ad un giornalista della Rai, sul suo profilo Fb. Una conversazione breve nata da un post dello stesso Spada che aveva scritto, riferendosi ironicamente all'amministrazione di Virginia Raggi: “Grazie per la morte di Ostia”. Oggi, l'annuncio del deferimento: “Dario Cologgi, un nostro candidato che in nessun caso diventerà consigliere municipale, è stato deferito alla commissione di disciplina di FdI con richiesta di espulsione appena alcuni nostri elettori ci hanno segnalato uno scambio di battute sui social con Roberto Spada”. A riferirlo all'Ansa è Massimo Milani commissario romano di Fratelli d'Italia.

“C'è il metodo mafioso”

Nel frattempo, il gip Anna Maria Fattori riconosce il metodo mafioso nell'aggressione alla troupe della Rai: “Nell'aggressione di Roberto Spada ci sono le caratteristiche del metodo mafioso: per questo deve restare in carcere”. Il giudice, tuttavia, non ha convalidato il fermo ritenendo insussistente il pericolo di fuga che veniva contestato per via dell'irreperibilità di Spada per due giorni ma ha emesso una ordinanza di custodia cautelare riconoscendo sostanzialmente l’impostazione dell’accusa. L'accusa, ora è di lesioni e violenza privata aggravate dal metodo mafioso e dai futili motivi. Spada, secondo il quadro delineato dal gip, si è reso responsabile “di un'aggressione brutale approfittando della presenza di testimoni, di un luogo pubblico, delle riprese di una telecamera, per documentare la propria forza e capacità di intimidazione con espressioni minacciose e molto esplicite. Con quel gesto, secondo il gip, Spada ha voluto dare forza ed efficacia al proprio potere in un territorio caratterizzato da uno stato di assoggettamento e da garanzia di impunità“.

La difesa di Spada

Sono stato provocato“, ha detto l'uomo nel corso dell'interrogatorio che si è svolto questa mattina nel carcere di Regina Coeli. Spada ha risposto alle domande del gip ammettendo i fatti ma non ha fornito indicazioni sull’altro uomo presente al momento del pestaggio spiegando che non era in grado di dire chi fosse. “Non mi riconosco in quel video – aggiunge -. So di aver fatto una fesseria a comportarmi in quel modo. Quando è entrato in palestra mi sono innervosito”.