Guinea, assassinati a colpi di machete 7 volontari anti-ebola

Sette membri di una delegazione per la sensibilizzazione della popolazione sul virus Ebola, sono stati uccisi dagli abitanti di un villaggio, Wome, in Guinea, a colpi di machete e con armi da fuoco. Lo ha dichiarato il ministro della comunicazione guineano, Alhoussein Kake’ Makanera, che ha aggiunto che quasi tutti gli abitanti del villaggio di Wome sono fuggiti. La lotta contro l’epidemia di Ebola in Africa occidentale è stata accolta da una parte della popolazione con atteggiamenti di negazione, di rifiuto di qualunque aiuto e perfino con violenza, ma si tratta della prima volta che si è arrivati all’omicidio. I volontari erano andati nel sudest della Guinea per aiutare la popolazione di alcuni villaggi e sono stati uccisi da una folla inferocita, secondo quanto reso noto dal portavoce del governo, Albert Damantang Camara. “Molte persone nello Stato dell’Africa occidentale – afferma una fonte della polizia locale – pensano che l’Ebola sia un’invenzione dei bianchi per uccidere i neri”.

E poche ore prima del massacro è arrivata la notizia che la Francia allestirà, proprio in Guinea, un ospedale militare per contribuire alla lotta contro l’epidemia. Il Regno Unito, dal canto suo, fornirà 500 posti letto in Sierra Leone. Ieri l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha reso noti i nuovi dati sulla diffusione del virus in Africa occidentale. In una settimana sono emersi 700 nuovi casi di Ebola tra Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Guinea mentre è salito a oltre 2.600 il numero dei morti. La Liberia risulta la Nazione maggiormente colpita.

I Governi locali si dichiarano impotenti nella lotta contro il virus mortale per la scarsità di risorse economiche ed umane a disposizione. Ciò nonostante non mancano le iniziative supportate da Onlus e associazioni internazionali. Il Governo della Sierra Leone, investendo sulla prevenzione, ha appena avviato un vasto programma di sensibilizzazione pubblica sulla pericolosità del virus e sui metodi per ridurre il rischio di contagio. L`Unicef sostiene la campagna dando supporto tecnico e finanziario, compresi i materiali informativi, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere ogni nucleo familiare del Paese.