Guerriglia urbana a Hong Kong: 1 ferito

La protesta non si arresta a Hong Kong. Purtroppo nemmeno i violenti scontri in piazza tra i manifestanti e le forze di polizia. Il corteo, regolarmente autorizzato, era cominciato nell'ex quartiere industriale di Kwun Tong, scrive La Repubblica. Poi un gruppo di giovani vestiti di nero si è staccato dalla folla e si è spostato su una strada vicina e lì ha cominciato a tirare mattoni, e molotov a cui le autorità hanno risposte con cariche in tenuta antisommossa, proiettili di gomma e lacrimogeni. Alcuni giovani sono stati arrestati mentre uno, ferito a un occhio, è stato portato via in ambulanza. Ad alimentare il conflitto, la decisione della società della metropolitana di Hong Kong ha ottenuto il permesso di vietare l'occupazione delle stazioni, dove i manifestanti spesso si danno appuntamento o trovano rifugio.

“Hong Kong Way”

Una nuova giornata di guerriglia interrompe bruscamente la manifestazione pacifica che si è svolta ieri e ha visto decine di migliaia di dimostranti formare una lunghissima catena umana di 40 chilometri, la “Hong Kong Way”. Tutti si tenevano mano nella mano, nella stessa giornata in cui veniva celebrata la “Baltic Way”, la grande protesta pacifica tenutasi in contemporanea in Estonia, Lettonia e Lituania per chiedere l'indipendenza dall'Unione sovietica 30 anni fa, il 23 agosto 1989. Pure domenica 18 agosto si era svolta una marcia di protesta pacifica, a cui avevano partecipato 1,7 milioni di persone.

Le richieste

Il dodicesimo finesettimana di manifestazioni si apre quindi con nuovi scontri, legati anche al progetto di installare dei “lampioni intelligenti” che in realtà avrebbero delle telecamere per il riconoscimento facciale, scrive sempre La Repubblica. La protesta è iniziata il 9 giugno contro il disegno di legge sull'estradizione in Cina per i condannati per reati penali. Nella Repubblica popolare vige ancora la pena di morte, che nel territorio semiautonomo invece è stata abolita nel 1992. Nonostante il capo esecutivo di Hong Kong Cheng Yuet-ngor, nota in Occidente come Carrie Lam, abbia detto che la norma “è morta”, gli oppositori ricordano che non è ancora stata ritirata, ma solo sospesa. Altri obiettivi dei manifestanti sono, tra gli altri, il suffragio universale e un'indagine indipendente sulle violenze della polizia.