Francia: violento incendio divampa in impianto chimico

Brucia una fabbrica che produce additivi e lubrificanti a Rouen, in Normadia. Il denso fumo nero causato dalle fiamme è ben visibile anche a chilometri di distanza e testimoni dicono di sentire rumore di esplosioni provenire dai capannoni. L'incendio, di cui ancora si ignorano le cause, sarebbe scoppiato poco prima delle tre di notte di giovedì 26 settembre. Non ci sarebbero vittime. Lo stabilimento, che appartiene alla multinazionale americana Lubrizol e dal 1954 ha cominciato la sua produzione nel nord della Francia, sarebbe di quelli ad alto rischio secondo la classificazione dei siti industriali “Seveso” che l'omonima direttiva europea del 1982 impone agli Stati membri. Sul posto 130 vigili del fuoco al lavoro per spegnere le fiamme.

Sicurezza

Secondo le autorità nazionali e locali l'incendio e i suoi effetti non dovrebbero rappresentare una minaccia per gli abitanti dei dodici comuni della zona. Il prefetto della Normandia Pierre-André Durand ha dichiarato in conferenza stampa: “Le analisi iniziali non hanno rivelato alcuna tossicità acuta“. Il ministero dell'Interno transalpino Christophe Castagner ha affermato che “non vi sono elementi che permettono di pensare che vi siano rischi legati al fumo”, e ha aggiunto: “Non bisogna farsi prendere dal panico per questa situazione, ma bisogna esercitare una grande prudenza”. La prefettura ha disposto diverse misure precuazionali a tutela della salute e la sicurezza dei cittadini. Il divieto, per le 500mila persone che vivono nell'agglomerato più vicino all'impianto, di avvicinarsi a meno di 500 metri dal luogo dell'incendio, la chiusura delle scuole e l'esortazione a non uscire di casa se non “lo stretto necessario”.

Il precedente

Lo stabilimento in Normandia era già stato protagonista di un caso di cronaca alcuni anni fa. Nel 2013 si verificò una fuoriscita di mercaptano, un gas incolore e non tossico ma dall'odore davvero sgradevole, simile a quello delle uova marce. La perdita diffusa l'olezzo fino alla regione di Parigi e più a nord i venti lo spinsero addirittura in Inghilterra. La fabbrica Lubrizol rientra nella classificazione dei siti a rischio previsti dalla direttive europea 82/501/CEE, varata dalla Comunità europea nel 1982, detta anche “direttiva Seveso” dal nome della località lombarda in cui, nel 1976, si verificò l'emissione e la dispersione di diossina dall'azienda Icmesa di Meda, nella provincia di Monza e Brianza.