Moria, il principale campo per migranti della Grecia, è stato parzialmente evacuato in queste ore a causa di incendi sull’isola di Lesbo. Lo hanno reso noto i vigili del fuoco spiegando che ci sono stati “incendi sparsi” sia fuori, sia dentro il campo di Moria, che ospita circa 12.700 richiedenti asilo.
Per l’agenzia greca Ana, le fiamme sono divampate dopo che alcuni dei migranti si sono rifiutati di andare in isolamento dopo che 35 persone sono risultate positive al coronavirus. Al momento, è in corso un’operazione di salvataggio dei migranti dai roghi e la conseguente evacuazione del campo.
Fuga da Moria
Secondo l’associazione Stand by Me Lesvos, “tutto brucia e la gente fugge. Alcuni testimoni riferiscono che dei residenti hanno bloccato (i rifugiati) che si dirigevano nel vicino villaggio”, scrive su Twitter. Un fotografo della Afp ha invece riferito che il campo è quasi completamente in fiamme e che alcuni migranti hanno tentato di fuggire verso il porto di Mytilene a piedi ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine.
Il segretario generale dell’accoglienza dei richiedenti asilo del ministero delle politiche migratorie, Manos Logothetis, si è recato a Lesbo. “Il disastro di Moria è totale“, ha dichiarato all’Agenzia di stampa Atene-Macedonia (ANA).
“Per ordine del Ministro della politica migratoria e dell’asilo, vado sull’isola per valutare la situazione. Dobbiamo vedere in collaborazione con tutte le istituzioni quali soluzioni possiamo fornire per l’ospitalità temporanea e di lunga durata dei residenti. È una priorità assoluta per tutti”, ha concluso il ministro.
L’avvertimento
Già lo scorso 13 maggio Medici Senza Frontiere (MsF) aveva denunciato il sovraffollamento e le terribili condizioni di vita negli hotspot delle isole greche che sono terreno fertile per un’epidemia estesa di Covid-19. Un avvertimento caduto nel vuoto.