Evaso in Uruguay noto boss della 'ndrangheta

Sono bastate le ore della notte per permettere a Rocco Morabito, il boss della 'ndragheta calabrese, di evadere dal carcere “Central” a Montevideo, in Uruguay. La notizia, fornita del Ministero dell'Interno del Paese, è stata poi ripresa dal quotidiano locale El Observador, che ha specificato come, assieme al malavitoso, siano evasi anche i prigionieri Leonardo Abel Sinopoli Azcoaga, Matias Sebastian Acosta Gonzalez e Bruno Ezequiel Diaz. Stando alle prime informazioni rilasciate, Morabito era ricoverato, insieme ai tre fuggiaschi, nell'infermeria del centro di detenzione. Durante la notte, i quattro si sarebbero calati, tramite un passaggio, nel tetto in una fattoria confinante, per poi dileguarsi. 

Da Reggio a Montevideo

Morabito, 53 anni, di cui 23 di latitanza, era arrivato in Uruguay nel 2002, dove si presentava come “imprenditore”. Inserito nella lista dei ricercati più pericolosi (insieme a al capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, al camorrista Marco Di Lauro, a Giovanni Motisi e ad Attilio Cubeddu), era poi stato condannato in contumacia in Italia a 30 anni di carcere per traffico di stupefacenti e per il suo ruolo nella gestione del narcotraffico tra Sudamerica e Milano. Nel settembre del 2017, il governo di Montevideo aveva annunciato il suo arresto avvenuto in un hotel con piscina: nel blitz erano state sequestrate, insieme ad armi e munizioni, dodici carte di credito, assegni e denaro in contanti, 13 cellulari, armi e a una Mercedes. Dopo la richiesta del governo italiano, il marzo scorso un tribunale penale d'Appello aveva confermato l'autorizzazione all'estradizione verso l'Italia e i suoi legali avevano subito fatto ricorso alla Corte suprema di giustizia.

La cosca della Locride

Morabito, a capo della cosca omonima con base ad Africo, è parente del boss Giuseppe Morabito, chiamato u Tiradrittu, e dei fratelli Giovanni e Domenico Leo  Morabito soprannominati “Scassaporte”. Negli anni successivi all'omicidio di quest'ultimo, Rocco Morabito fu bersaglio di alcuni killer. Subito dopo, le sue tracce si sono perse per riaffiorare al di là dell'Atlantico. Morabito s'è sempre opposto al suo trasferimento in Italia, ricorrendo persino ad offendere la giudice in tribunale per far sospendere il processo. Dopo la sua evasione di questa mattina, le autorità uruguaiane hanno diramato un allarme a livello nazionale, indicando un numero di telefono a cui rivolgersi in caso di informazioni utili

I precedenti 

Le vicende giudiziarie italiane sono costellate di evasioni eclatanti di mafiosi. Tra tutte, degna di nota è quella del boss della Mafia del Brenta, Felice Maniero, detto “Faccia d'angelo”, che negli anni Ottanta terrorizzò il Veneto. Condannato a 33 anni di reclusione, la sua evasione dal carcere padovano di Due palazzi, più volte annunciata, avvenne nel 1994 alle prime ore dell'alba. Nei pressi di un casello autostradale, dov'era presente un'aula bunker degli interrogatori, i complici liberarono non solo Maniero, ma anche i detenuti Antonio Pandolfo, e Sergio Baron, Mario Parisi e Carmine Di Girolamo. I fuggiaschi fecero, in seguito, perdere le tracce a bordo di due auto di grossa cilindrata. Si data al 2017, invece, l'evasione di Giuseppe Mastini, detto “Johnny lo Zingaro”, tra i protagonisti della mala romana in auge negli ani Settanta, colpevole dell'uccisione della guardia Michele Giraldi nel 1987. Mastini riuscì a fuggire dal carcere di Fossano, in provincia di Cuneo, per poi essere fermato dalle forze dell'ordine circa un mese dopo: a “incastrarlo”, il suo desiderio di rivedere l'amata.