Esonda il Savio, a rischio anche il Secchia

Continua a imperversare il maltempo sulla penisola italiana, alle prese con nubifragi e conseguenti esondazioni nel nord del Paese, dove la massima allerta è stata diramata rispetto alle situazioni del Secchia e del Panaro, in provincia di Modena, dove sussiste il rischio di straripamento e di frane. In alcune zone, come Fossalta-Saliceto, il fiume Panaro ha già oltrepassato gli argini, rendendo necessarie alcune opere di prosciugamento e anche di soccorso. Situazione al limite anche in altre zone dell'Emilia: stamattina è stata infatti disposta la chiusura della linea Bologna-Rimini fra Cesena e Forlì, a causa dell'esondazione del fiume Savio. La problematica del trasporto ferroviario è stata tamponata con la messa in funzione di un servizio di navette e bus sostituivi ma sussiste il rischio concreto che il corso d'acqua esondi ancora, a Ravenna ad esempio, dove il sindaco Michele De Pascale ha invitato la cittadinanza a non uscire di casa e a portarsi ai piani alti degli edifici, parlando del rischio di chiusura dei ponti che attraversano il fiume.

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Maltempo a oltranza

Non c'è tregua, dunque, per l'Italia così come per altri Paesi europei, investiti da un'ondata eccezionale di maltempo che ha fatto precipitare i termometri a temperature autunnali. E, secondo quanto riferito da ilMeteo.it, le condizioni atmosferiche non miglioreranno nemmeno nei prossimi giorni, a causa di un vortice di bassa pressione alimentato da venti freddi che, molto probabilmente, porterà ulteriori precipitazioni, anche violente, con particolare interessamento della costiera adriatica fra le Marche e la zona sud-est dell'Emilia-Romagna. Non saranno risparmiate nemmeno le regioni nord-orientali e la fascia tirrenica, con allerta gialla in Toscana, in Liguria e avviso di venti di burrasca durante la settimana, circostanza che contribuirà a far restare gli indicatori di temperatura su standard ben al di sotto di quelli previsti per il mese di maggio.

Danni gravi

Nel frattempo, a ondata di tempo da novembre non ancora finita, inizia già la conta dei danni: particolarmente toccate le aziende agricole, alle prese con gravi danni alle colture specie nelle zone di Ginosa, Mottola e Castellaneta Marina (Taranto) e Valle D'Itria (Bari) in Puglia, come segnalato dalla Cia Agricoltori Due Mari. A suonare l'allarme, però, è anche Coldiretti, secondo la quale “siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia, dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma”.