Droga: stroncato il fenomeno del pendolarismo dello spaccio

La Polizia di Prato ha eseguito 19 arresti nelle provincie di Prato, Pistoia, Porretta Terme (Bologna) e Signa (Firenze)

Polizia ferroviaria (immagine di repertorio)

Una grossa operazione contro lo spaccio di droga è in atto da questa mattina in diverse provincie italiane. Gli investigatori della Polizia di Prato e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine hanno eseguito 19 arresti nelle provincie di Prato, Pistoia, Porretta Terme (Bologna), e Signa (Firenze).

Nello specifico, la misura cautelare dispone 13 custodie in carcere, un divieto di dimora e 5 divieti di dimora nei confronti dei 19 soggetti, ritenuti responsabili – a vario titolo – del reato di spaccio di sostanze stupefacenti.

Pendolarismo dello spaccio

Le indagini, avviate a settembre 2019 e supportate da attività tecniche e dall’impiego di agenti sotto copertura, hanno consentito di smantellare un gruppo criminale composto da 17 nigeriani, un guineano ed un ghanese, che spacciavano eroina e marijuana a Prato, in particolare nei pressi della stazione centrale.

La stazione ferroviaria della città toscana è infatti al centro, da diversi anni, di episodi di criminalità diffusa collegati al cosiddetto fenomeno del “pendolarismo dello spaccio“. Numerosi pusher, provenienti anche dalla provincie limitrofe, che si recavano a Prato con l’esclusiva finalità di spacciare stupefacenti.

Il precedente

Prato è stata al centro dell’inchiesta che, nell’ottobre del 2014, scoprì un traffico internazionale di droga operativo da tempo in Emilia, Toscana, Lazio, Liguria ed Olanda.

Il traffico e lo smercio di marijuana, cocaina, hashish e Ecstasy – gestito da tre albanesi – coinvolgeva 94 persone. Per Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze, “l’organizzazione era responsabile di un importante traffico che investiva tutto il continente europeo“.

Secondo quanto affermato dagli investigatori del Gico, gli albanesi che gestivano l’organizzazione erano residenti ad Amsterdam e trasportavano le sostanze su tir che poi raggiungevano le basi della Toscana e del varesotto. I centri di stoccaggio e smistamento erano ubicati nelle province di Prato, Livorno e Firenze. Qui, la droga passava nelle mani degli spacciatori al dettaglio.