Denunciò ginecologo per espianto di ovuli: imputazione coatta per infermiera

Il giudice per le udienze preliminari di Milano, Luigi Gargiulo, ha disposto l'imputazione coatta per calunnia nei confronti dell'infermiera spagnola che con la sua denuncia ha dato origine al procedimento sfociato poi nel processo in corso a carico del ginecologo Severino Antinori

Dieci giorni per formulare l'accusa e poi il rinvio a giudizio

La Procura, scaduto il termine di 10 giorni per formulare il capo di imputazione, dovrà chiedere il rinvio a giudizio dell'infermiera che avrebbe “falsamente accusato, mediante denuncia-querela” il ginecologo. 

Il caso

Nell'aprile del 2015, la giovane venne ricoverata alla Matris, la clinica milanese diretta da Antinori, per una cisti ovarica. Dopo le dimissioni, la donnà denunciò alle autorità di essere stata prima sedata e poi immobilizzata da ginecologo romano, che poi le avrebbe sottratto otto ovociti contro la sua volontà. Inoltre, l'infermiera dichiarò che le venne sottratto anche il cellulare in modo che non potesse chiamare i soccorsi. 

Numerosi profili di falsità in denuncia infermiera

Proprio a causa di queste dichiarazioni, la donna fu a sua volta denunciata per calunnia dai legali del medico. Secondo il giudice, “numerosi profili di falsità” sono riscontrabili nelle dichiarazioni rese agli inquirenti dall'infermiera spagnola. Alla giovane donna “dev'essere ascritto un fatto di calunnia – dice il giudice – commesso a Milano tra il 5 e l'11 aprile 2016 per aver falsamente accusato, mediante la denuncia – querela e le precedenti testimonianze, nella consapevolezza dell'altrui innocenza, Antinori di averla sottoposta a un trattamento farmacologico non voluto e diverso da quello prospettatole, a suo dire, dal ginecologo da cui sono derivate lesioni da ovostimolazione e averle provocato lesioni consistite in varie ecchimosi sul corpo”.