Crolla diga: 9 morti e 300 dispersi

Nuova strage mineraria in Brasile, a soli 4 anni da quella del Rio Doce del 2015. Venerdì pomeriggio (ora locale) è crollata una diga nel sito minerario di Brumadinho, un comune nello stato del Minas Gerais, a una sessantina di chilometri da Belo Horizonte.

I soccorritori stanno lavorando ininterrottamente da ieri per salvare più vite possibili nella frenetica ricerca delle 300 persone disperse dopo il crollo della mega diga. Ma – dicono i soccorritori stessi – sono poche le speranze di trovare dei superstiti all'ondata di acqua e fango che ha sepolto il villaggio sottostante. “Abbiamo nove morti e i nostri dati ci dicono che ci sono circa 300 dispersi”, ha detto un portavoce dei vigili del fuoco. Una marea di fango marrone copre vaste aree di vegetazione e molte case sono state distrutte, ha raccontato un fotografo che ha sorvolato l'area.

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro si è recato sul luogo del disastro e ha deciso di “mobilitare il governo federale ad agire nel caso in collaborazione con il governo del Minas Gerais”.

Il Ceo

Le autorità locali hanno riferito che 279 delle 470 persone che stavano lavorando sul sito di proprietà della Vale sono state trovate vive. Calcolatrice alla mano, esclusi i 9 cadaveri già ritrovati, mancano all'appello 182 operai, oltre agli abitanti del paese. “La maggior parte delle persone colpite sono i nostri dipendenti”, ha infatti dichiarato il Ceo di Vale, Fabio Schvartsman, in una conferenza stampa. “Non sappiamo ancora il numero delle vittime, ma sappiamo che sarà alto”.

La tragedia del 2015

“La tragedia ambientale dovrebbe essere inferiore a quella del 2015, ma la tragedia umana è molto più importante”, ha concluso il manager, la cui compagnia è stata coinvolta anche nella tragedia del 2015 quando crollò la diga Fundão di Mariana, il cui crollo nel novembre di quell'anno provocò un’altra strage e il disastro ambientale del Rio Doce. Quella volta la biodiversità del fiume venne annientata a causa dei 62 milioni di metri cubi di fanghi tossici e acque acide di origine mineraria che si riversarono sul Rio Carmo e da questo sul Rio Doce. L'accaduto rappresenta la più grave catastrofe ambientale mai avvenuta nella storia del Brasile. Quella di ieri, probabilmente, è la peggior catastrofe umanitaria del Paese.