COREA DEL SUD, ABBANDONO’ IL TRAGHETTO DOVE MORIRONO 304 PERSONE: ERGASTOLO AL CAPITANO

Il comandante del cargo coreano Sewol, affondato il 16 aprile 2014 causando la morte di più di 300 persone – per lo più studenti in gita -, è stato condannato martedì all’ergastolo in appello. Lee Joon-seok, 70 anni, era stato condannato a novembre a 36 anni in primo grado per negligenza e abbandono della nave, ma assolto dalle accuse di omicidio. Infatti, sia l’equipaggio che il capitano abbandonarono immediatamente la nave dopo aver raccomandato ai passeggeri di restare in cabina.

I parenti delle vittime si sono scagliate contro questo verdetto, troppo mite dal loro punto di vista. Successivamente, in appello, la corte di Gwangiu ha riconosciuto anche l’accusa di omicidio, aggravando la pena. Altri 14 membri dell’equipaggio sono stati condannati in secondo grado a pene da 18 mesi a 23 anni. Successivamente, a novembre le sentenze sono stati più dure, da 5 a 30 anni. I condannati hanno ora una settimana ulteriore per fare appello.

I procuratori hanno chiesto la pena di morte per il capitano. La pena capitale è prevista in Corea del Sud dal Codice penale in caso di omicidio, ma nel Paese è in vigore di fatto una moratoria per cui non vengono compiute esecuzioni dal dicembre 1997, ma questo caso potrebbe interrompere il trend. Delle 476 persone che si trovavano a bordo se ne salvarono solo 172, e dei 304 morti e dispersi 250 erano studenti.