Caso Smollett: cadono le accuse, non la polemica

Sono tutte cadute le accuse nei confronti di Jussie Smollett, l'attore statunitense che, nei mesi scorsi, era stato sospettato di aver inventato l'aggressione a sfondo razziale commessa ai suoi danni. Un vero e proprio ribaltone, dopo che il nome di Smollett, star della serie tv Empire, era stato esposto alla luce dei riflettori non solo per le sue performance davanti alla macchina da presa. Il giovane attore, infatti, era stato addirittura arrestato dalla Polizia (poi rilasciato su cauzione) con l'accusa di aver rilasciato una falsa testimonianza, sostenendo di essere stato aggredito da due uomini bianchi in una sera di gennaio ma, secondo gli inquirenti, non convincendo pienamente con il suo racconto. Ora, invece, tutto è cambiato: per gli investigatori Smollett non solo non si è inventato nulla ma è “una vittima che è stata diffamata e fatta passare per colpevole in seguito ad accuse false”.

La vicenda

La versione di Smollett, quando fu raccontata, aveva destato enorme scalpore per la violenza e il disprezzo che i presunti aggressori avrebbero mostrato nei suoi confronti: il giovane attore, stando a quanto da lui riferito, era stato dapprima riconosciuto in modo sprezzante come il personaggio omosessuale che interpreta in Empire, poi cosparso di candeggina e, infine, agganciato con un cappio al collo. Gli aggressori, prima di dileguarsi, gli avrebbero urlato contro: “Questo è il Paese del Maga”. Una frase sibillina che, in molti, hanno riconosciuto come un richiamo al motto di Donald Trump “Make America great again”, ottenibile anagrammando l'ultima parola. Una versione che aveva suscitato i dubbi degli inquirenti che, dopo poco tempo, avevano accusato Smollett di aver inventato buona parte del racconto, arrestandolo, provocando la cancellazione del suo personaggio dalle ultime due puntate di Empire (per decisione della produzione, nonostante il calo di ascolti portato dalla notizia del suo arresto) e un danno d'immagine che i suoi legali definiscono ingente: “Jussie e molte altre persone – hanno scritto in un comunicato – hanno subito un danno a causa di queste azioni ingiuste e immotivate e questa vicenda ci ricorda che non si dovrebbe mai tentare di celebrare un processo nella corte della pubblica opinione”.

I sospetti del sindaco

Nel frattempo, però, c'è ancora chi sostiente che, in realtà, qualcosa sotto debba esserci nel racconto dell'attore. Aprifila è l'attuale sindaco di Chicago, Rahm Emanuel, che parlando con la Cnn ha ribadito la sua convinzionec che Smollett abbia usato la questione dell'aggressione omofoba e razzista per dare maggior risalto alla sua carriera, arrivando anche a dire che, qualora non fosse stato un interprete affermato, sarebbe stato giudicato secondo altri criteri.