Cappato e Welby chiedono il giudizio immediato

Riparte la battaglia per l'introduzione dell'eutanasia in Italia, una strada di fatto già aperta dalle Dat, le disposizioni anticipate di trattamento. Una battaglia che per il momento i paladini della “dolce morte” stanno conducendo sul campo, aiutando i malati a morire, e nelle aule giudiziarie.

Così Marco Cappato e Mina Welby, dopo essersi autodenunciati per la morte di Davide Trentini, malato di Sla, avvenuta il 13 aprile in Svizzera col suicidio assistito, hanno ora chiesto il giudizio immediato, rinunciando all'udienza preliminare fissata per il 31 maggio a Massa, dove il tesoriere e la copresidente dell'associazione Luca Coscioni, sono indagati. In una nota diffusa da Filomena Gallo, segretario dell'associazione, avvocato e coordinatrice del collegio di difesa di Cappato e Welby, si spiega che i due hanno deciso “di saltare un passaggio dell'Iter giudiziario, rinunciando alla udienza preliminare del 31 maggio e optando per il giudizio immediato davanti alla Corte d'Assise“. “Di fronte a una imputazione che include la istigazione al suicidio, oltre che l'aiuto materiale, riteniamo indispensabile – si legge nella nota – andare a un dibattimento pubblico, anche nella speranza di aiutare il Parlamento a mettere in discussione la legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia, che da oltre quattro anni e mezzo giace alla Camera dei Deputati”. La morte di Davide Trentini avvenne il 13 aprile 2017. L'indomani Marco Cappato e Mina Welby si autodenunciarono. La fase delle indagini svolte dalla Procura di Massa si è conclusa con il cosiddetto “Avviso di conclusione delle indagini preliminari”, datato 28 settembre 2017.

“Successivamente – si legge ancora nella nota – sono stati avvisati gli indagati della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Massa al Gip, che ha fissato l'udienza preliminare per il prossimo 31 maggio 2018 alle 10.30. A questo punto il Giudice dell'udienza preliminare avrebbe dovuto decidere se rinviare a giudizio Mina Welby e Marco Cappato” accusati di istigazione o aiuto al suicidio sotto forma di concorso. “La decisione di rinunciare all'udienza preliminare porta di nuovo Marco Cappato, dopo il fronte processuale aperto per l'assistenza offerta a Dj Fabo, di fronte ad una Corte di Assise che ora ha il compito di fissare la data del processo di primo grado. Questa volta insieme a Mina Welby. Saranno giudicati – conclude la nota – per un reato punito in Italia in modo grave, proprio mentre la Corte di Assise di Milano, tramite ordinanza, ha rimesso la stessa norma alla valutazione della Consulta per giudicarne i profili di costituzionalità”.