Avetrana, parola alla Cassazione, il Pg: “Ergastolo per Sabrina e Cosima”

Ancora poche ore e il giallo sull’omicidio di Sarah Scazzi avrà la sua verità processuale, dopo 7 anni di indagini, depistaggi e veleni. La prima sezione penale della Corte di Cassazione si è chiusa in camera di consiglio per decidere sul’efferato omicidio di Avetrana (Ta) dopo la requisitoria del Procuratore generale e le arringhe degli avvocati delle parti.

La requisitoria

Il sostituto Fulvio Baldi ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano e il contestuale rigetto dei ricorsi di tutti gli imputati, compresi Michele e Carmine Misseri, alla sbarra per soppressione di cadavere. “Sono convinto della ricostruzione colpevolista della sentenza d’appello” ha detto il sostituto pg. “Sabrina – è stata la sua ricostruzione del movente – era in uno stato di agitazione e nervosa frustrazione, accusava Sarah di aver contribuito alla fine della storia con Ivano Russo, di aver rivelato dettagli della sua condotta sessuale gettando discredito su di lei e sulla sua famiglia. La madre solidarizza, con un atteggiamento da madre del sud. Ne nasce una discussione in cui Sarah risponde da 15 enne, scappa via, ma riescono a raggiungerla per darle la lezione che merita, una lezione evidentemente assassina. Poi danno ordine a Misseri di disfarsi del corpo”.

Movente

Tratteggiando le figure delle due donne, il pg ha affermato che Sabrina aveva “il necessario cinismo“, “il tipo di azione commessa è nelle sue corde” e “non stupisce” che abbia inviato messaggi al telefono di Sarah “per procurarsi un alibi“. Quanto a Cosima, il magistrato ne ha rilevato la “partecipazione emotiva credibile alla vita della figlia”, compresa la vergogna per le dicerie di cui Sabrina sarebbe stata oggetto e un “malinteso senso dell’onore”. Il movente della madre, insomma, “c’è ed è addirittura più consapevole di quello di Sabrina”. Con sullo sfondo tali stati d’animo sarebbe maturato quello che le sentenza d’appello ha definito un omicidio d’impeto.

Il ruolo di Michele Misseri

Quanto a Michele Misseri, per il sostituto pg è “del tutto destituita di fondamento” la pretesa “di riqualificare il reato da soppressione di cadavere ad occultamento” con conseguente sconto di pena. Secondo Baldi il cadavere “è stato calato in un luogo impervio, una pozza piena d’acqua che ne avrebbe facilitato il deperimento”, a dimostrazione della volontà originaria di celare e distruggere per sempre il cadavere, salvo poi ripensarci e farlo ritrovare. Complementare a questo disegno, secondo la Procura generale della Cassazione, è stata l’azione di aver bruciato i vestiti della 15 enne. Il pg ha sottolineato che per questo è ben motivato il diniego da parte della Corte tarantina di negare le attenuanti generiche.