Camorra: 23 arresti ad Avellino

Maxi blitz anticamorra stamane all'alba. I carabinieri di Avellino hanno eseguito questa mattina 23 misure cautelari chieste e ottenute dalla Dda di Napoli. Gli arresti, 23 in tutto, riguardano presunti affiliati al “nuovo clan Partenio”, che gestisce gli affari illeciti tra Avellino e altri comuni della provincia. Gli inquirenti ipotizzano nei confronti degli arrestati i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, usura, estorsione, detenzione di armi ed altro. L’Operazione, denominata “Partenio 2.0”, ha visto impegnati 250 militari dell'Arma ed ha consentito di disarticolare il “nuovo Clan Partenio”, egemone nella città di Avellino ed in altri comuni della provincia irpina”, si legge in un comunicato diffuso dall’Arma dei Carabinieri di Avellino. L’operazione della Dda di Napoli contro la camorra ad Avellino rappresenta la risposta dello Stato “dopo alcuni allarmanti epidodi che si sono recentemente verificati nella città di Avellino”, si legge ancora in una nota dell'Arma.

Attentati di settembre

La Direzione Distrettuale Antimafia era stata ad Avellino per un confronto in Procura sulla città lo scorso 3 ottobre per condividere informazioni e inserire i fatti criminosi accaduti nelle due precedenti settimane nel più generale quadro di riferimento provinciale dei fenomeni camorristici. L’occasione per leggere i mutamenti degli assetti della criminalità organizzata rispetto agli equilibri e alla distribuzione tradizionale, come la vasta operazione di oggi dimostra. Ad attendere i magistrati della Dda c’erano il capo della Procura di Avellino, Rosario Cantelmo e il Procuratore Aggiunto Vincenzo D’Onofrio. Nell’occasione il procuratore capo dell’Antimafia Giovanni Melillo e il procuratore aggiunto Luigi Frunzio, i procuratori del pool Simona Rossi, Luigi Landolfi, Henry John Woodcock, hanno messo a punto in quel momento una azione che in queste ore ha consentito di smantellare il nuovo “clan Partenio”. Al centro del confronto, scrive nuovairpinia.it, alcuni episodi criminosi che avevano destato allarme in città, come la bomba piazzata sull’auto di un imprenditore, raffiche di kalashìnikov contro veicoli in sosta e una aggressione subita da un assessore comunale.