Blitz dei carabinieri anticaporalato in Puglia: tre arresti

Cassano

Tre persone sono state arrestate in Puglia dai carabinieri della ask force Anticaporalato in due distinte operazioni, una in provincia di Brindisi e l'altra di Taranto. Nel primo caso si tratta di una coppia di conviventi, un uomo di 51 anni con precedenti di natura penale e una donna di 37, che gestisce una masseria nella frazione di Tuturano. Nel secondo caso di un 54enne, titolare di un'azienda zootecnica nella campagna di Ginosa. A tutti e tre gli indagati vengono contestati i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Il pastore

Secondo gli investigatori di Brindisi che hanno arrestato i due in flagranza di reato in concorso, la coppia avrebbe ridotto in schiavitù un ragazzo di 20 anni proveniente dal Gambia in profondo stato di bisogno per più di un anno, dal maggio 2018. Il giovane, che sarebbe stato costretto a vivere in alloggio della masseria in condizioni disumane e degradanti, era costretto a custodire, pascolare e mungere un gregge di circa 400 ovini e pulire le stalle tutti i giorni della settimana per 1,5 euro all'ora per 13 o 14 ore di fila, circa 650 euro malese. Al ragazzo non sarebbero stati riconosciuti il diritto al riposo settimanale, alle ferie e ai permessi per malattia.

Attività sospesa

La stessa (misera) paga oraria sarebbe stata riconosciuta dal titolare di un'azienda zootecnica nel comune di Ginosa a due persone di nazionalità albanese senza regolare permesso di soggiorno e a un bracciante del luogo, per 15 ore di lavoro al giorno come pastori. L'uomo non avrebbe assunto con un regolare contratto di nessuno dei tre e anche in questi caso li avrebbe ridotti in condizioni di sfruttamento, né avrebbe fornito ai suoi dipendenti i dispositivi di protezione sul lavoro. Avrebbe inoltre violato la legge in materia di occupazione di lavoratori clandestini e favoreggiamento alla loro permanenza sul territorio nazionale. I carabinieri avrebbero anche riscontrato il mancato rispetto delle norme di sicurezza sul posto di lavoro e di quelle igienico-sanitarie. I tre lavoratori alloggiavano in una costruzione in rovina e con degli elementi in eternit. Il datore di lavoro è stato multato per una cifra complessiva di 106.600 e si è visto sospendere l’attività imprenditoriale. .