Bimbo romeno venduto per 30 mila euro, 8 arresti a Messina

Il desiderio di avere un figlio a tutti i costi spinge alcune coppie che si trovano sull’orlo della disperazione a fare di tutto per averlo, anche saltare le normali procedure di adozione. Proprio sfruttando questa debolezza alcuni pregiudicati della zona di Messina avrebbero cerato di vendere, dopo averlo acquistato in Romania, un bambino di 8 anni ad una coppia della zona. Secondo le indagini dei carabinieri i due avrebbero pagato 30 mila euro per entrare in possesso del minore, invece di seguire il normale iter burocratico.

L’indagine, che si è svolta tra la Sicilia e la Toscana dove uno dei fermati aveva degli appoggi con l’organizzazione dedita al traffico di minori, ha portato all’arresto di otto persone, sei italiani e due rumeni. Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù. Gli otto sono ora tutti in carcere e sono in attesa di essere interrogati dal magistrato. Secondo gli ultimi dati raccolti da Save the Children nel dossier “Piccoli schiavi invisibili” – pubblicato nell’agosto del 2014 – sono circa 5,5 milioni i minori vittime di lavoro forzato, destinati al racket sessuale e lavorativo nel mondo.

Nel rapporto la Ong spiega chiaramente che per sfruttamento si intende “trarre un ingiusto profitto dalle attività (o da un’azione) altrui tramite un’imposizione che si basa su una condotta che incide significativamente sulla volontà dell’altro o che fa deliberatamente leva su una capacità di autodeterminazione della vittima sensibilmente diminuita”. L’accattonaggio, il conseguimento di profitto da attività illecite, la prostituzione, i matrimoni forzati, le adozioni illegali o l’asportazione di organi sono alcuni esempi di grave sfruttamento e di riduzione in schiavitù a cui vengono sottoposti i minori. Secondo quanto si legge nel rapporto, solo in Italia sono 2381 le vittime identificate o presunte nel 2010, si tratta del numero più alto fra i 27 Paesi Ue e i 7 che hanno chiesto di entrare in Europa.