Bimba morta nel rogo in casa: madre fermata per omicidio

Era apparsa una tragica fatalità, ma così non è stato. C'è infatti una triste svolta nelle indagini sulla morte della bimba di 6 anni a seguito di un incendio notturno scoppiato l'8 gennaio in un appartamento nel centro storico di Servigliano nel Fermano, nelle Marche, dove la piccina dormiva con la madre e la sorellina di 4 anni. Dopo due settimane di accertamenti, i carabinieri hanno fermato la madre, una 38enne bulgara, che sarebbe indiziata di omicidio. La donna aveva raccontato di essere riuscita a salvare la figlia più piccola, che ha 4 anni, ma non la più grande: “Sono stata svegliata dal fumo e dal bagliore delle fiamme, ma l’incendio aveva già avvolto gran parte della casa. Sono riuscita a prendere con me solo la più piccola delle mie figliolette”, aveva raccontato agli inquirenti la mamma in lacrime. La figlia maggiore – si supponeva – era dunque perita tra le fiamme.

Omicidio

Invece, la causa sembra sia stata un'altra. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, la madre l'avrebbe uccisa e poi abbandonata tra le fiamme per coprire le prove. La tesi, spiega il quotidiano, è stata formulata dal sostituto procuratore, Francesca Perlini, e accolta dal gip del tribunale di Fermo, che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la donna con l'accusa di omicidio volontario. Il provvedimento è stato eseguito ieri dai carabinieri, che hanno raggiunto la 38enne in casa e, dopo averla prelevata, l’hanno condotta in carcere. La scorsa settimana i militari dell’Arma e il personale dei servizi sociali dell’Ambito territoriale erano andati all’asilo di Servigliano frequentato dalla più piccola delle due sorelline e l’avevano portata in una casa protetta senza dare spiegazione alcuna al padre che la sera dell’incendio non era in casa. L'uomo non aveva raccontato niente dell'allontanamento alla moglie, per non turbarla perché era ancora ricoverata in ospedale a causa dei danni ai polmoni provocati dai fumi tossici respirati durante il rogo della loro abitazione, incendio che sembrerebbe abbia appiccato volontariamente. Gli inquirenti continuano a tenere tutto nel massimo riserbo, ma sono emerse prove pesanti, forse scaturite dall’autopsia e dagli esami tossicologici effettuati sulla salma della bimba. Esami complessi che spiegherebbero perché il corpicino, che sembrava dovesse essere restituito alla famiglia per la sepoltura dopo poco la tragedia – era già stata fissata la data del funerale – si trovi ancora all’obitorio di Fermo a disposizione dell’autorità giudiziaria. Oggi forse ultimo tassello di questa tristissima storia con l'arresto della mamma della piccola vittima.