Apple chiede scusa per le violazioni della privacy e licenzia 300 dipendenti

Anche i giganti a volte devono abbassarsi e chiedere scusa. Dopo la rivelazione del Guardian sui lavoratori a contratto assunti da Apple per ascoltare le conversazioni degli utenti con Siri, l'assistente vocale di Cupertino, entrando in possesso anche di informazioni personali e riservate, l'azienda fondata da Steve Jobs fa ammenda e promette che le cose cambieranno. Il servizio di grading dell'applicazione è stato sospeso fino all'autunno e le politiche sulle privacy diventeranno più stringenti, con la possibilità di disattivare il grading e la distruzione delle conversazioni partite in maniera accidentale. Ma intanto almeno 300 persone hanno perso il lavoro, dopo lo scoop del quotidiano britannico.

L'indagine

“In Apple crediamo che tua privacy sia un diritto umano fondamentale”. Si apre così il comunicato del 'genitore' del Macintosh, dell'iPod e dell'Applewatch, poi più avanti: “ci siamo resi conto di non essere stati pienamente all'altezza dei nostri ideali, e ci scusiamo per questo”. La Apple poi fa riferimento agli articoli del Guardian e spiega di aver avviato una revisione profonda di Siri. I risultati dell'indagine sono stati la sospensione del servizio di valutazione di qualità del servizio dell'assistente vocale, affidato a persone in carne ed ossa che dovevano controllare se il programma capiva, trascriveva e rispondeva bene a chi gli rivolgeva una domanda. Ma questo significava che delle persone terze, non dipendenti della Apple ma degli appaltatori, avevano accesso alle informazioni più disparate. Come la localizzazione e i contatti. Un altro tasto dolente era il fatto che a volte Siri si attivava inavvertitamente, anche un anonimo ha detto al Guardian che c'era molta regolarità in queste 'accensioni inattese', andando a registrare dialoghi tra medico e paziente o momenti d'intimità di coppia. Da Cupertino hanno comunque tenuto a precisare, tempo fa, che nelle mani dei lavoratori finiva una minima percentuale delle conversazioni con Siri e ne venivano presi in considerazioni piccoli campioni audio, non interi file.

Cambiamenti in vista

E adesso? Apple annuncia cambiamenti. L'archiviazione delle registrazioni di Siri non sarà più un'impostazione predefinita dell'iPhone, ma sarà l'utente a doverla autorizzare con l'opzione opt in. Se si 'spunta' quella voce, unicamente i dipendenti della Apple e non più soggetti terzi, avranno accesso ai file audio dei clienti per il servizio di grading. I messaggi registrati da Siri, quando si ritenga che l'assistente vocale si sia attivato in maniera indesiderata, verranno cancellati. Come adesso resterà solo la trascrizione automatica fatta dal computer, ma i non 'lettori' in carne e ossa. Il programma di grading riprenderà in autunno e in California si augurano che i clienti sia ancora disposti a dare il consenso, con una clausola di salvaguardia però. “Ci auguriamo che molte persone scelgano di contribuire a migliorare Siri, sapendo che Apple rispetta i loro dati e applica rigidi controlli in materia di privacy. Coloro che sceglieranno di partecipare avranno comunque la possibilità ritirare il consenso in qualsiasi momento”, scrive l'azienda di Cupertino.

I licenziamenti

Se gli utenti ci guadagneranno, lo sapremo tra qualche mese. Qualcuno che ha perso c'è di sicuro. Si tratta di almeno 300 assunti con contratti d'appalto a Cork, in Irlanda, dove la Mela ha la sua sede centrale europea. Ma di sicuro ce ne saranno altre diverse centinaia nel resto del Vecchio Continente. Lo scrive sempre il Guardian. Gli irlandesi erano stati messi in mobilità il  2 agosto, dopo che fine luglio il giornale inglese aveva pubblicato il suo servizio esclusivo e loro erano stati mandati a casa per il finesettimana per “problemi tecnici”, perché il servizio di grading era stato sospeso e sarebbe stato revisionato. Adesso hanno perso il lavoro. “Ci hanno abbandonato dopo la scandalo, lasciandoci senza alcuna protezione”. Anche tra loro c'era molti che esprimevano preoccupazioni etiche per quel lavoro, e ritengono che la Apple li abbia scaricati per difendere la propria reputazione. “Reclutando personale tramite società fornitirici” si legge sul giornale britannico, “non si assume nessuna responsabilità verso i lavoratori e il loro trattamento. Fanno di te quello che vogliono”.