Amri fuori dalla Stazione Centrale: la Polizia diffonde la foto

Anis Amri, considerato il responsabile dell’attacco di Berlino e ucciso dalla polizia a Sesto San Giovanni poche ore dopo l’attentato, girava per Milano come un turista comune. Sono per certi versi scioccanti le immagini diffusi dalla Questura meneghina, che mostrano il tunisino uscire dalla Stazione Centrale alle prime ore del 23 dicembre.

L’immagine

Il fotogramma è delle 00.58 e rappresenta un altro tassello nelle indagini degli investigatori che stanno ricostruendo gli spostamenti dell’uomo. Amri era passato per la stazione di Lione Part-Dieu dove aveva acquistato un biglietto per Milano con corrispondenza a Chambery. Lo dimostrano le immagini delle telecamere di video sorveglianza della stazione. Dopo essere passato da Lione e Chambery, prima di arrivare a Torino, si era fermato alla stazione di Bardonecchia, nel Torinese quindi aveva raggiunto Sesto dalla Stazione Centrale di Milano a bordo di un autobus.

Agenti a rischio

Dopo l’uccisione del presunto jihadista si temono possibili rappresaglie contro la polizia. L’allarme era stato già lanciato dal questore di Milano, De Iesu, ed è stato ribadito dal capo del servizio controllo del territorio del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Maurizio Vallone. “È la prima volta che un terrorista viene ucciso in Italia e sicuramente una divisa è diventata bersaglio privilegiato – ha detto al Corriere della Sera -. Non dimentichiamo che anche in Francia sono stati uccisi due poliziotti. Noi siamo la vetrina dello Stato“. Per questo “dobbiamo stare particolarmente attenti, prendere tutte le iniziative possibili di autotutela”. I due agenti di Milano, dice, “Sono stati perfetti, la loro è stata un’operazione da manuale”.

Il piano per la sicurezza

Dopo Berlino, il dispositivo è stato potenziato: “Oltre agli agenti in servizio in ogni città, abbiamo 1.800 uomini a disposizione per potenziare i servizi quando questori o prefetti lo richiedono. L’aspetto principale in questo momento riguarda quanto accade prima delle manifestazioni ritenute a rischio: noi elenchiamo le prescrizioni da rispettare, se la risposta non è adeguata scatta il divieto”. Ad esempio, spiega, “un concerto di fine anno non si potrà svolgere se non ci saranno ‘filtraggi’ delle persone all’entrata e all’uscita, come avviene negli stadi. Inoltre dovranno essere montate le barriere di cemento per impedire l’accesso dei mezzi. In ogni occasione saranno presenti le Unità operative antiterrorismo”, addestrate dai Nocs che si muovono in macchine blindate e fucili ad alta precisione: “Abbiamo a disposizione 400 poliziotti e circa altrettanti carabinieri“.

La dinamica dell’attacco

Intanto in Germania prosegue la ricostruzione della dinamica che ha portato all’attentato. Secondo la Bild il terrorista avrebbe sparato alla testa dell’autista polacco del tir con cui è stato compiuto l’attentato a Berlino “tra le 16.30 e le 17.30”. Lukasz Urban ha perso molto sangue e può anche essere stato ancora in vita quando Amri si è lanciato contro la folla al mercatino di Natale, ha proseguito la Bild, “ma i medici escludono che sia stato in grado di agire con consapevolezza” e quindi “di aggrapparsi al volante durante l’attentato”. Una prima ricostruzione aveva invece lasciato intendere che Urban avesse lottato fino all’ultimo, aggrappandosi più volte al volante e, forse, costringendo il tir a sbandare, salvando così molte altre persone.