All'obitorio di Foggia lo strazio dei genitori di Nicolina

Sono giunti nell'obitorio degli Ospedali Riuniti di Foggia, dove sono rimasti solo pochi minuti, i genitori di Nicolina Pacini, la quindicenne uccisa dall'ex compagno della mamma a Ischitella, morta questa mattina dopo un giorno di agonia. Donatella Rago e il padre della ragazza, il suo ex marito Ezio Pacini, sono arrivati in treno a Foggia e poi una macchina dei carabinieri li ha condotti all'obitorio. All'uscita la donna era sostenuta da parenti e senza parlare è risalita con l'ex marito sull'auto dei carabinieri che li hanno accompagnati in caserma, per essere ascoltati. La donna è stata sostenuta durante la breve visita all'interno dell'obitorio da una psicologa forense. “Non ha parlato, non ha detto niente, c'è stato solo un immenso dolore, il dolore di una mamma è una cosa inaccettabile, c'è stata solo un'immensa disperazione” ha detto quest'ultima, Ines Panessa.

“Un incubo”

Nicolina Pacini era nata e cresciuta a Viareggio (Lucca), dove aveva frequentato le elementari del Terminetto e l'istituto De Sortis al Varignano. Nella cittadina versiliese vive il padre, Ezio, custode ai bagni pubblici di piazza d'Azeglio, e a Viareggio era tornata a stare, sembra da un mese, la madre della ragazza, Donatello Rago. Lo ha riferito “La Nazione” che ha parlato anche col padre: “Era diventato un incubo. Un inferno – queste le parole di Pacini sulla Nazione che hanno confermato le minacce di cui aveva parlato Donatella Rago – Ogni giorno le telefonava, le mandava sms, la intimidiva. Minacciava noi e i nostri figli che non c'entrano nulla”. Pacini conferma anche le denunce per quelle minacce: “Ci siamo rivolti spesso ai carabinieri di Viareggio e di Ischitella. Abbiamo fatto vedere i messaggi e ascoltare gli audio. Ma nessuno ha fatto nulla. E hanno permesso a quella bestia di fare del male alla nostra bambina. Se l'è presa con un'innocente sparandole in faccia”.

Il caso al Tribunale dei minori

Di Nicolina se n'era occupato anche il Tribunale dei minori di Firenze. Qui, secondo quanto si apprende, nel 2013, dopo il trasferimento della madre Donatella Drago in Toscana, erano arrivate le pratiche relative alla ragazza e al fratellino, ma il tribunale avrebbe declinato la competenza rimandando gli atti in Puglia dove la donna aveva la residenza.