Alan Kurdi, mamme e figli rifiutano lo sbarco

E'ormai a pochissime miglia da Lampedusa la nave della ong tedesca Sea Eye, la “Alan Kurdi”, in attesa di ricevere istruzioni su quale rotta seguire per attraccare e sbarcare i 64 migranti soccorsi nei giorni scorsi al largo della Libia. Da alcune ore, lo scafo battente bandiera tedesca naviga appena al di qua delle acque territoriali, aspettando che la mediazione fra Italia e Germania porti a definire quale sarà il punto d'approdo. Nel frattempo, le trattative avevano portato almeno ni parte a sbloccare la situazione, con lo sbarco sul territorio italiano che sarà consentito, per ora, a due mamma con i loro bambini: si tratta di due piccoli rispettivamente di 6 anni e 11 mesi, i quali dovevano essere presi in consegna da una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa che ha raggiunto la “Alan Kurdi” in acque internazionali. Poco dopo, però, è arrivato il tweet del ministro Salvini con il quale spiegava che “donne e bambini si rifiutano di scendere dalla nave. Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino”. Come riferito dal capitano della nave, le donne hanno preferito restare con il resto delle loro famiglie

Primi sbarchi

In mattinata, Berlino aveva provato a sbloccare la trattativa affermando di essere pronta a fare la sua parte nell'accoglienza dei naufraghi ma chiedendo di far intanto sbarcare le persone a bordo della nave, controllata dalle vedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza italiane che incrociano davanti alle coste dell'isola. Il portavoce del ministro dell'Interno tedesco, Horst Seehofer, aveva già affermato di confidare che “anche in questo caso ci siano altri Paesi disposti ad accogliere alcune delle persone soccorse”, auspicando al contempo “la creazione di un meccanismo ad hoc che renda più veloce ed efficace il salvataggio in mare e che sia ispirato da solidarietà e umanità”.

Rischio stallo

Nonostante la linea dura del Viminale, che non vuole farsi carico dei migranti a bordo della nave, da Berlino continuano a spingere affinché la soluzione venga trovata in modo condiviso: “Abbiamo pregato la Commissione Ue di assumere il coordinamento del caso Alan Kurdi – ha spiegato ancora la portavoce di Seehofer – e di considerare la necessità che la nave entri al più presto in un porto sicuro”, ribadendo inoltre di aver “chiesto una cabina di regia di coordinamento fra gli stati membri”. Una strategia sulla quale si continua a discutere dopo che, nella giornata di ieri, dall'Italia era arrivato l'invito alla Germania a procedere con l'accoglienza in quanto l'ong che ha soccorso i migranti è per l'appunto tedesca. Il rischio stallo è al momento elevato, con condizioni del meteo date in peggioramento.