Aggressione al sacrestano di colore: “Ora temo per la mia vita”

Una spalla lussata e paura per la propria incolumità. Il brutto episodio di sabato 17 agosto ha lasciato un segno fisico e uno morale dentro Deodatus Nduwimana, il sagrestano della Basilica di Santa Maria Assunta a Gallarate, da tutti conosciuto come Deodato. Un uomo che lo insulta ogni volta che lo vede passare diretto al luogo di culto stavolta lo ha aggredito, spintonandolo. “Questa persone mi ha preso di mira, denuncerò l’aggressione. Ho paura”

Due volte

E’ la seconda volta che il sacrestano è vittima di un’aggressione. Sabato mattina, come tutti i giorni da due decenni, Nduwimana è andato ad aprire la cattedrale e ha sentito arrivare i soliti insulti razzisti per il suo colore delle pelle e il “suggerimento” di tornare nel paese. L’uomo che ogni volta lo copre di invettive dalla “sua” postazione in piazza della Libertà, davanti la basilica, stavolta non si è limitato alla violenza verbale e lo ha aggredito prendendolo a spintoni. Ora Deodato è a letto con una spalla lussata, racconta Varesenews che lo ha intervistato. “Ho paura per la mia vita, questa persona è sempre in piazza, è un nullafacente e mi ha preso di mira”, ha raccontato il sacrestano alla testata locale. La piega intollerante e manesca che ha preso la situazione deve averlo davvero preoccupato, perché ha deciso di dire basta agli attacchi e andare dalle autorità: “Domani andrò a denunciare l’aggressione, perché adesso ho davvero paura” ha dichiarata Nduwimana. Il sacrestano era già stato aggredito nel 2017, sempre fuori dalla basilica. Era il 4 marzo 2017, intorno alle 7:30 mentre Deodatus sta salendo le scale della cattedrale gli si avvicina un uomo che chiede del denaro. Lui glielo rifiuta e viene colpito da una sventagliata di pugni che lo manda al pronto soccorso.

Italiano dal 2015

Arrivato in Italia dal Burundi 1993, Nduwimana ha studiato all’Istituto Beato Angelico di Milano, dove si è laureato nel 2013 con una tesi sulla Basilica Santa Maria Assunta di Gallarate. Si è trasferito a Gallarate, in provincia di Varese, dove lavora come sacrista, nel 1999. Sposato e con due figli, da quattro anni è cittadino italiano.