Unhcr: “Crisi Bielorussia-Polonia: garantire trattamento umano a migranti e rifugiati”

L’intervista a Chiara Cardoletti, rappresentante dell’Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino che a Interris.it dice: "Siamo estremamente preoccupati per la situazione al confine tra Bielorussia e Polonia"

“Alla luce dei numerosi decessi registrati nella zona di confine tra Polonia e Bielorussia nelle ultime settimane, ricordiamo l’imperativo di prevenire ulteriori perdite di vite umane e di garantire il trattamento umano di migranti e rifugiati come massima priorità di Governi e Istituzioni”. Così, a Interris.it, Chiara Cardoletti, la rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino di UNHCR, intervistata sulle sfide che i migranti e i rifugiati – circa 84 milioni di persone nel mondo – devono affrontare quotidianamente per sopravvivere.

Chiara Cardoletti rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino di UNHCR

Settantuno anni di UNHCR per i rifugiati

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (in inglese: United Nations High Commissioner for Refugees – UNHCR) è l’agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati; fornisce loro protezione internazionale ed assistenza materiale, e persegue soluzioni durevoli per la loro drammatica condizione.

È stata fondata il 14 dicembre 1950 dall’Assemblea generale, iniziando ad operare dal 1º gennaio del 1951. È la principale organizzazione al mondo impegnata in prima linea a salvare vite umane e a proteggere i diritti dei rifugiati. Assiste oltre 60 milioni di persone e ha vinto due premi Nobel per la pace, rispettivamente nel 1954 e nel 1981. L’attuale alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati è Filippo Grandi.

Chiara Cardoletti: una vita con i dimenticati

Chiara Cardoletti è la rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR da giugno 2020. Nata in Italia nel 1973, è laureata in Scienze Politiche, con una specializzazione in diritto internazionale conseguita presso lo European Master in Human Rights and Democratization all’Università di Vienna.

Dopo aver lavorato come consulente presso il Ministero degli Affari Esteri italiano, è entrata a far parte dell’UNHCR nel 2000 prestando servizio in numerose operazioni tra cui Timor Est, Etiopia, Costa d’Avorio, Iran e Afghanistan.

In precedenza, è stata responsabile della guida e del coordinamento della risposta di protezione per i rifugiati e gli sfollati interni nella Repubblica del Sudan, ed anche consulente speciale in materia di diritti umani internazionali e diritto umanitario nell’Ufficio esecutivo dell’Alto Commissariato per i Rifugiati a Ginevra, occupandosi di questioni relative alla protezione dei rifugiati in tutto il mondo.

Nel 2015 le è stato affidato l’incarico di Vice Rappresentante dell’UNHCR per gli Stati Uniti e i Caraibi, ruolo che ha svolto con successo sino al suo arrivo a Roma, lavorando a stretto contatto con l’attuale amministrazione statunitense e quelle di altri 24 paesi dei Caraibi. Nel Giugno del 2020 è succeduta come Rappresentante per l’Italia, la Santa Sede e San Marino dell’UNHCR a Roland Schilling, che aveva ricoperto l’incarico ad interim dal 2019.

L’incontro con il Papa e le parole del Pontefice sui rifugiati

Lo scorso 8 febbraio la dottoressa Cardoletti ha incontrato in Vaticano, presso l’Aula della Benedizione, Papa Francesco in occasione dell’incontro del Pontefice con i membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

In quell’occasione, nel suo discorso ai membri del corpo diplomatico, il Papa disse: “Lo scorso anno [il 20210, ndr] ha visto pure un ulteriore aumento dei migranti, i quali, complice la chiusura dei confini, sono dovuti ricorrere a percorsi sempre più pericolosi. Il flusso massiccio ha peraltro incontrato una crescita del numero dei respingimenti illegali, spesso attuati per impedire ai migranti di chiedere asilo, in violazione del principio di non-respingimento (non-refoulement). Molti vengono intercettati e rimpatriati in campi di raccolta e di detenzione, dove subiscono torture e violazioni dei diritti umani, quando non trovano la morte attraversando mari e altri confini naturali”.

“I corridoi umanitari, implementati nel corso degli ultimi anni, contribuiscono certamente ad affrontare alcune delle suddette problematiche, salvando numerose vite. Tuttavia, la portata della crisi rende sempre più urgente affrontare alla radice le cause che spingono a migrare, come pure esige uno sforzo comune per sostenere i Paesi di prima accoglienza, che si fanno carico dell’obbligo morale di salvare vite umane. Al riguardo, si attende con interesse la negoziazione del Nuovo Patto dell’Unione Europea sulla migrazione e l’asilo, pur osservando che politiche e meccanismi concreti non funzioneranno se non saranno sostenuti dalla necessaria volontà politica e dall’impegno di tutte le parti in causa, compresi la società civile e i migranti stessi”.

“La Santa Sede apprezza tutti gli sforzi compiuti in favore dei migranti e appoggia l’impegno dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), di cui quest’anno ricorre il 70° anniversario della fondazione, nel pieno rispetto dei valori espressi nella sua Costituzione e della cultura degli Stati membri in cui l’Organizzazione opera. Parimenti, la Santa Sede, quale membro del Comitato esecutivo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), resta fedele ai principi enunciati nella Convenzione di Ginevra del 1951 sullo statuto dei rifugiati e al Protocollo del 1967, che stabiliscono la definizione legale di rifugiato, i loro diritti, nonché l’obbligo legale degli Stati a proteggerli”.

L’intervista a Chiara Cardoletti

Dottoressa Cardoletti, le chiedo un suo commento sullo stato dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia.
“L’UNHCR è estremamente preoccupata per la situazione al confine tra Bielorussia e Polonia e chiede agli Stati di garantire la sicurezza e i diritti umani dei migranti e dei rifugiati coinvolti. Siamo stati in contatto con entrambi i governi e chiediamo una risoluzione urgente della situazione e un accesso immediato e senza ostacoli alle persone per garantire loro assistenza umanitaria, che vengano identificati coloro che hanno bisogno di protezione internazionale o di altre forme di protezione e che coloro che desiderano chiedere asilo possano farlo dove si trovano. Alla luce dei numerosi decessi registrati nella zona di confine nelle ultime settimane, ricordiamo l’imperativo di prevenire ulteriori perdite di vite umane e di garantire il trattamento umano di migranti e rifugiati come massima priorità”.

Qual è la posizione dell’UNHCR nei confronti dei due Paesi, Polonia e Bielorussia, uno dei quali appartenente alla UE?
“L’UNHCR è consapevole delle molte sfide poste dai flussi misti di rifugiati e migranti ai sistemi di asilo, in Europa e nel mondo. Tuttavia, queste sfide non giustificano la reazione che abbiamo visto in alcuni Paesi, con l’innalzamento di muri e filo spinato, respingimenti violenti e tentativi di evadere gli obblighi imposti dal diritto internazionale sull’asilo. Tutti gli Stati hanno il diritto di controllare le loro frontiere e gestire i movimenti irregolari, ma allo stesso tempo devono astenersi dall’uso di una forza eccessiva o sproporzionata e mantenere sistemi per gestire le richieste di asilo in modo ordinato. L’Unione europea è basata sullo stato di diritto, dovrebbe e può fare di meglio, dando l’esempio per essere credibile agli occhi degli altri Stati che ospitano un gran numero di rifugiati e richiedenti asilo. Il diritto d’asilo è un diritto umano fondamentale. E naturalmente, incoraggiare pericolosi movimenti secondari di persone vulnerabili è inaccettabile”.

Quale appello fa UNHCR e cosa propone ai governi, alla Ue, alle istituzioni tutte per risolvere la situazione?
“L’UNHCR chiede di garantire l’immediato trasferimento delle persone attualmente bloccate al confine in luoghi di accoglienza sicuri e adeguati, dove possano ricevere assistenza e consulenza adeguate; di garantire il libero accesso delle organizzazioni competenti alla zona da entrambi i lati del confine; di astenersi dall’uso della violenza e della forza al confine; di mantenere l’accesso al territorio e alle procedure di asilo per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale laddove si trovano, su entrambi i lati del confine; e di identificare soluzioni umane per le persone in base alla loro situazione personale e ai loro bisogni.

Qual è il numero di rifugiati nel mondo?
“Ci sono oltre 84 milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di violenze, insicurezza e gli effetti dell’emergenza climatica, secondo gli ultimi dati a nostra disposizione. Questa cifra rappresenta una tendenza al rialzo rispetto alle 82,4 milioni di persone costrette a fuggire registrate a fine 2020, e deriva in larga parte dall’aumento di sfollati interni, con sempre più persone in fuga dai molteplici conflitti in tutto il mondo, specialmente in Africa. Il 14 dicembre l’UNHCR ha compiuto 71 anni. Per un’organizzazione creata nel 1950 con un mandato temporaneo di soli tre anni per assistere gli europei sradicati dalla Seconda Guerra Mondiale, la data ci ricorda amaramente che la situazione delle persone costrette a fuggire nel mondo continua a peggiorare. Le soluzioni attraverso il ritorno volontario, l’integrazione e il reinsediamento ci sono, e sono fondamentali, ma non riescono a tenere il passo con le nuove migrazioni forzate. Abbiamo bisogno di una maggiore condivisione delle responsabilità a livello internazionale, altrimenti questo divario potrebbe diventare incolmabile. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di un’azione internazionale concertata e della volontà politica per risolvere nuovi e prolungati conflitti e crisi. I leader mondiali devono fare di più e meglio per promuovere la pace e la stabilità se vogliono porre fine al circolo di violenza, sofferenza e migrazioni forzate”.

Quali sono i problemi e le sfide principali che vivono i rifugiati nel mondo?
“Le restrizioni ai confini imposte dal COVID-19 hanno limitato l’accesso all’esercizio del diritto di asilo in numerose parti del mondo, mentre l’impatto della pandemia sul lavoro e sulle economie ha aggravato la condizione di vita già precaria di molte persone in fuga. L’emergenza climatica rappresenta un’altra grande sfida per i rifugiati, agendo come moltiplicatore di rischi e di conflitti soprattutto nelle zone già esposte alle migrazioni forzate, come per esempio nel Sahel oppure in Afghanistan. La mancanza di soluzioni durevoli, come per esempio la possibilità di tornare a casa o di integrarsi nel Paese dove hanno trovato protezione, è un’altra grande sfida”.

Lei ha lavorato anche in Afghanistan. Qual è l’attuale situazione del Paese, a pochi mesi dall’insediamento dei Talebani al governo?
“L’Afghanistan sta attraversando un momento molto difficile. A parte la complessa transizione politica, il Paese sta vivendo anche una grave crisi umanitaria e alimentare, con oltre 683.000 nuovi sfollati interni dall’inizio dell’anno per un totale di oltre 3,5 milioni persone sfollate all’interno del paese – di cui l’80% sono donne e bambini. La situazione nel paese continua ad evolversi minuto per minuto. L’UNHCR è molto preoccupata per il rischio di violazioni dei diritti umani contro i civili, comprese le donne e le ragazze, e coloro che si ritiene abbiano un’associazione attuale o precedente con il governo afgano, le organizzazioni internazionali o le forze militari internazionali”.

Lei è rappresentante UNHCR anche per la Santa Sede: cosa significa in pratica e cosa pensa dell’operato del Santo Padre in merito a migranti e rifugiati?
“Rappresentare l’UNHCR presso la Santa Sede significa innanzitutto cercare sinergie e collaborazioni su questioni di comune impegno come per esempio la Libia, i flussi migratori misti e il dramma delle morti in mare e nel corso della fuga, la solidarietà e la condivisione delle responsabilità tra Stati, l’integrazione, e anche la risposta all’emergenza climatica nella quale la Santa Sede è coinvolta. Dal 2013, quando è stato eletto a capo della Chiesa cattolica, Papa Francesco ha dimostrato grande vicinanza e forte impegno verso i rifugiati e i migranti. L’UNHCR apprezza l’approccio del Santo Padre nei confronti delle persone costrette a fuggire, così come esposto nella sua enciclica Fratelli Tutti, che abbraccia l’essenza del mandato dell’UNHCR. L’invito del Santo Padre verso un NOI sempre più grande offre una visione di speranza anche per rifugiati, sfollati e apolidi. I suoi gesti concreti per dare protezione ad alcuni dei richiedenti asilo e rifugiati più vulnerabili rappresentano un esempio per la protezione dei rifugiati in Europa e nel mondo”.

Chiara Cardoletti con Papa Francesco