La lezione economica della pandemia in attesa della ripartenza

L’ex rettore della Bocconi, Guido Tabellini spiega a Interris. It come “covid e ambiente siano sfide collegate”

In vista della fase 3 (la ripartenza post-Covid) viene continuamente evocato un modello da seguire: quello della ricostruzione che con uno sforzo epocale permise all’Italia e all’Europa di trasformare le macerie belliche nel miracolo economico. Il boom di mezzo secolo fa è stato la base del benessere di tre generazioni di cittadini e Interris.it ha chiesto di analizzare le prospettive future della nostra società (alla luce anche delle esperienze del passato) ad uno dei più importanti economisti della scena accademica interazionale. Il professor Guido Tabellini è ordinario di Economia all’Università Bocconi di cui è stato rettore. Dopo aver insegnato nei più prestigiosi atenei statunitensi (Stanford, Ucla) e aver presieduto l’Associazione economica europea, da sette anni è titolare dell’Intesa Sanpaolo Chair di Economia politica e ha presieduto l’Associazione economia europea.E’ possibile attualizzare l’esempio della ricostruzione post-bellica?

“Occorre chiarire un punto. Il piano Marshall, cioè il programma di aiuti per la ripresa europea, è stato un’iniziativa politica di solidarietà tra Stati e di costruzione di istituzioni comuni con lo scopo di cooperare politicamente in Europa. A ciò si è sommato lo sforzo economico delle imprese, ovvero una spinta guidata da obiettivi di profitto. Perciò vanno tenuti separati il piano Marshall e la ricerca di massimizzazione del profitto da parte delle imprese”.

 Qual è invece l’attuale scenario economico?

“Già prima della pandemia si registrava, nell’economia globale, una rilevante tendenza la cui importanza ora aumenterà e cioè quella di avere a mente gli interessi più ampi della società nella quale l’impresa opera”.E’ una tendenza in grado di conciliare le dinamiche del profitto e l’interesse sociale?

“Il compito dell’impresa è quello di massimizzare gli interessi degli azionisti e tra questi interessi possono essere inclusi anche gli obiettivi sociali. Nella situazione determinata dalla pandemia di Covid-19, le finalità sociali riguardano in primo luogo il corretto funzionamento in sicurezza delle imprese in modo da garantire la salute di chi ci lavora. Non solo, quindi, la massimizzazione dei profitti. Era una tendenza già in atto ma che adesso si accentuerà notevolmente. In particolare gli investitori istituzionali diventeranno sempre più consapevoli dell’importanza degli obiettivi sociali”.Può farci un esempio?

“Gli interessi degli azionisti (e il loro allargamento ad una dimensione più marcatamente sociale) non potranno non tenere conto che nella società odiera e in quella futura il contrasto al Covid-19  e la salvaguardia dell’ambiente sono e saranno sempre più sfide tra loro collegate. La consapevolezza di un interesse più ampio viene rafforzata dalla pandemia”.

Cosa c’è alla basa di questa nuova consapevolezza?

“La presa di coscienza di quanto la disuguaglianza tra livelli di ricchezza sia diventata eccessiva. Occorre riconsiderare una parte del valore dell’attività economica dopo anni di predominio della finanza. E’ stata attribuita un’eccessiva importanza agli incentivi che guidano la funzione delle imprese con il risultato di un gioco a somma zero e non a somma positiva”.