Salina (ApgXXIII): “Ecco come don Benzi salvava i ragazzi dalla droga”

La Comunità Papa Giovanni XXIII fondata dal venerabile don Oreste Benzi si riunisce virtualmente oggi, 26 dicembre, per ringraziare e festeggiare i ragazzi usciti dal tunnel della droga.

“Quest’anno – a causa del covid – non faremo la giornata del Riconoscimento ma faremo una messa di ringraziamento per i ragazzi che hanno terminato il programma delle comunità terapeutica con una messa in diretta streaming celebrata da don Federico da una nostra struttura in Romania”. A raccontarlo alla giornalista Milena Castigli per In Terris è Giovanni Salina, responsabile del Servizio Tossicodipendenze dell’associazione ApgXXIII. “Non ci dimenticheremo però dei ragazzi usciti dal tunnel della droga per i quali a fine messa faremo una preghiera speciale”.

Festa del Riconoscimento rinviata in estate

Rinviata a giugno 2021, covid permettendo, l’annuale Festa del Riconoscimento: una liturgia speciale – normalmente fatta il giorno di Santo Stefano – che celebrerà la rinascita dei 110 ragazzi che nel 2020 hanno concluso il programma terapeutico per vincere la dipendenza da droga, alcol, gioco d’azzardo o altro.

Don oreste

È una tradizione che quest’anno avrebbe compiuto 36 anni: la prima messa del riconoscimento fu celebrata da don Oreste Benzi nel lontano 1984, con i primi 7 ragazzi liberati dalla droga. Quest’anno, vista l’impossibilità di riunire tanti ragazzi insieme ai loro operatori, familiari e amici della Comunità Papa Giovanni XXIII nella parrocchia che fu di don Oreste, la Grotta Rossa di Rimini, Si è scelto di posticipare la festa, ma non la preghiera di ringraziamento.

Romania

“Quest’anno – spiega Salina – abbiamo scelto la Romania dove abbiamo aperto da qualche anno una casa di accoglienza gestita da don Federico Pedrana, che vive in Romania a Bucarest da molti anni. Don Federico accoglie nella sua struttura diversi ragazzi italiani e non che hanno concluso da poco o stanno per concludere il cammino terapeutico, svolto in Italia. Il progetto di recupero dalle dipendenze della ApgXXIII infatti, dura all’incirca 3 anni ed è diviso in tre fasi. La prima, di pochi mesi, è l’accoglienza. Poi c’è il percorso di rinascita – detto seconda fase – che è la parte centrale e più lunga. Infine, il terzo ed ultimo step: il reinserimento che – come in questo caso – può essere svolto anche all’estero, in una zona di missione, aiutando i più poveri tra i poveri”.

“A Bucarest infatti – prosegue Giovanni Salina – don Federico è quotidianamente a contatto con molteplici povertà e problematiche sociali, dai bambini di strada, alle ragazze madri, dalla droga allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Quella vissuta da don Federico, che viene coadiuvato anche dalle suore di Madre Teresa presenti in città, è sicuramente una realtà forte, che non lascia indifferenti. Don Federico, inoltre, prima di andare in missione in Romania era il sacerdote che seguiva le comunità terapeutiche romagnole. Ha dunque a cuore in modo speciale questi ragazzi che continua a seguire anche dall’estero”.

Don Oreste Benzi

Don Oreste istituì la giornata del Ringraziamento ben 36 anni fa. Lui era ben conscio che nessuno si salva da solo e che la vera salvezza è Cristo. Il senso profondo della vita, anche di chi si è perso, viene dato dalla fede. Quindi, un ragazzo che intraprende un percorso terapeutico si salva nella misura in cui riesce a trovare le risposte al suo bisogno di Assoluto. Quel vuoto che tentava invano di colmare con le sostanze, ora può essere riempito dall’amore di Dio. La giornata del ringraziamento è dunque un modo per congratularsi con i ragazzi e le ragazze che hanno terminato il cammino che li ha restituiti alla vita e al contempo affidare il proseguo della loro vita a Dio Salvatore“.

La scelta della condivisione diretta

“Personalmente, ho iniziato a seguire la Papa Giovanni nel 1981 perché anche io ero alla ricerca di risposte più alte. Della comunità fondata da don Oreste mi convinse principalmente la scelta della condivisione diretta, vale a dire mettere la propria vita al fianco dei poveri, condividendo con loro la quotidianità 24 ore al giorno, e non solo part-time. Ora, da qualche anno, sono responsabile del Servizio Tossicodipendenze dell’associazione, sempre seguendo le orme di don Oreste, scomparso a Rimini la notte del 2 novembre 2007“.

Il ricordo di don Oreste Benzi

“Il mio ricordo che ho di lui – racconta Salina – è quello di una persona che voleva molto bene al Signore, appassionato di Gesù. Don Oreste trasmetteva agli altri questo grande amore verso Cristo e verso i poveri che portava in sé, nel suo cuore. Soprattutto, era devotissimo alla Madonna, la nostra Madre celeste, che pregava incessantemente. Il mio è il ricordo di un uomo che era davvero un santo!”.