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Sahel, il futuro dei bambini è a rischio per siccità e guerre

Il Sahel, il cui nome deriva dal termine arabo Sahil che significa  “bordo del deserto“, rappresenta una fascia di territorio dell’Africa subsahariana, estesa tra il deserto del Sahara a nord, la savana sudanese a sud, l’oceano Atlantico a ovest e il Mar Rosso a est, e che lambisce gli Stati della Gambia, Senegal, la parte sud della Mauritania, il centro del Mali, Burkina Faso, la parte sud dell’Algeria e del Niger, la parte nord della Nigeria e del Camerun, la parte centrale del Ciad, il sud del Sudan, il nord del Sudan del Sud e l’Eritrea.

Il Sahel oggi

Nell’ultimo decennio la situazione della sicurezza nella subregione ha continuato a peggiorare, in particolare nel Sahel centrale, ad esempio, in Burkina Faso e in Mali, a causa della presenza di numerosi gruppi armati, estremisti e reti criminali che si fronteggiano per il controllo delle risorse naturali di questo territorio. Inoltre, l’inizio della guerra in Ucraina e l’esacerbarsi dei cambiamenti climatici, hanno incrementato l’instabilità politica e messo in pericolo la popolazione locale, in special modo i bambini. Interris.it, in merito alla situazione umanitaria in quest’area del pianeta, ha intervistato il dott. Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia.

Un villaggio nel Sahel (© MAMADOU TRAORE da Pixabay)

L’intervista

Qual è l’attuale situazione del Sahel vista la siccità?

“La situazione è molto grave. C’è già una crisi legata ai violenti scontri armati che si verificano in queste zone. Le temperature aumentano velocemente, di una volta e mezzo rispetto alla media globale, le precipitazioni sono più irregolari e intense e provocano grandi inondazioni che, di fatto, riducono i raccolti e stanno contaminando le riserve idriche. Nel 2022, ad esempio, si sono verificate delle inondazioni che hanno danneggiato 38 mila abitazioni in Niger il quale, a livello globale, è al settimo posto per quanto riguarda i pericoli per i bambini. Inoltre, la crisi del Sahel è sotto finanziata ma, al contrario, è sempre più crescente e richiede una risposta umanitaria veramente molto importante, considerato che, l’attuale situazione, è molto complicata. Questa è una zona permeata da una grande insicurezza che si riscontra anche nei paesi limitrofi. Sembra che, in tali aree, si sia risvegliato anche un contesto di grande instabilità e tutto ciò è molto preoccupante.”

Nucleo abitato in Niger (© Foto di Oluwaseyi Aiyeobasan da Pixabay)

Qual è l’azione di Unicef in quest’area del pianeta?

“I governi dei paesi del Sahel centrale dovrebbero incrementare gli investimenti, al fine di consentire l’accesso ai servizi sociali essenziali e alla protezione umanitaria e cercare di incrementarli, in quanto sono dei percorsi fondamentali per la pace e la sicurezza. Il rafforzamento di questo sistema, insieme alle reti e alle forze lavoro locali che sono in grado di rispondere alle crisi e raggiungere i bambini è fondamentale, specialmente nelle zone più difficili. Abbiamo chiesto anche alle parti in conflitto di adempiere agli obblighi basilari nei confronti dei bambini, quindi di smettere gli attacchi, rispettare gli accessi umanitari e tutte le norme a riguardo. Noi, nella zona del Sahel centrale, stiamo aiutando oltre un milione e mezzo di bambini ad accedere all’istruzione, cinquecento mila bambini ad accedere all’assistenza sanitaria. Inoltre, nei cinque paesi dell’area costiera che si affacciano sul Sahel, sette milioni di bambini hanno avuto da noi il materiale didattico e un milione e mezzo di bambini sono stati raggiunti da sistemi idrici importanti. Tra i dieci milioni di bambini a rischio in quest’area, con un’insicurezza che, di fatto, si diffonde anche ai paesi vicini, Unicef è riuscita a fare un’azione molto importante.”

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare l’azione di Unicef in quest’area?

“Aiutarci significa finanziare maggiormente l’aiuto per queste emergenze che spesso sono invisibili e, magari, hanno un ruolo secondario rispetto ad altre. Un’analisi di Unicef di qualche giorno fa dice che, 190 milioni di bambini in dieci paesi africani, sono maggiormente esposti ai rischi legati all’acqua, ai servizi igienici inadeguati, malattie e rischi climatici. Molti di questi sono proprio nel Sahel, ecco perché è fondamentale sostenere le attività di raccolta fondi sul nostro sito. Solo facendo ciò riusciremo a consentire ai nostri operatori di aiutare delle umanità che spesso sono totalmente dimenticate.”

Christian Cabello

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