Perché è importante l’educazione finanziaria

Ottobre è il Mese dell’educazione finanziaria, iniziativa promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Interris.it ha intervistato Magda Bianco, componente del Comitato e capo del Dipartimento tutela dei clienti ed educazione finanziaria della Banca d’Italia

La nostra quotidianità è attraversata da tanti comportamenti, come pagare un acquisto con la carta al posto del contante, e da decisioni da prendere, su come ad esempio gestire una certa somma o firmare una polizza assicurativa.

La gestione delle nostre finanze è quindi una delle principali attività che svolgiamo durante la giornata, da quando andiamo a fare la spesa fino all’apertura di un conto in banca. Un’attività che ci riguarda tutti. Ma quanto conosciamo fino in fondo i meccanismi, le possibilità, le opportunità e i rischi legati alla gestione delle nostre finanze?

Un’iniziativa utile e importante per aiutare i cittadini ad essere più consapevoli e informati sul come gestire i nostri risparmi è il Mese dell’educazione finanziaria, che si tiene ogni ottobre e quest’anno è giunto alla sua quarta edizione, promosso dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale. Questo è stato istituito nel 2017 con Decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con quello dello sviluppo economico. Sul tema Interris.it ha intervistato Magda Bianco, capo del Dipartimento tutela dei clienti ed educazione finanziaria della Banca d’Italia e membro del suddetto Comitato.

L’intervista

Parliamo di educazione finanziaria: di cosa si tratta?

“Si tratta di rendere le persone in grado di prendere decisioni consapevoli rispetto alle proprie finanze, per se stesse e, di conseguenza, per la società. Accrescere l’educazione finanziaria non vuol dire rendere tutte/i esperte/i di finanza, ma acquisire competenze di base – sul pianificare, risparmiare, usare gli strumenti di pagamento, prendere un prestito, assicurarsi –  per vivere meglio, in una società in cui la dimensione economico-finanziaria è diventata molto rilevante, e poter esercitare anche una cittadinanza più attiva e consapevole”.

Perché è importante avere conoscenze e competenze finanziarie?

“Quasi quotidianamente ci troviamo a fare scelte che hanno una componente finanziaria, ad esempio come gestire i nostri risparmi, quali spese possiamo anticipare o posticipare, quali carte usare per i pagamenti. I dati ci dicono che chi ha maggiori competenze assicura risultati migliori per sé – e per la propria famiglia –, nel breve e nel lungo periodo, è in grado di affrontare meglio le difficoltà ed è meno esposto al rischio di povertà. Per questo le società che hanno un livello maggiore di competenze finanziarie hanno minori diseguaglianze”.

Qual è il principale comportamento economico-finanziario degli italiani, l’investimento o il risparmio?

“Gli italiani sono stati a lungo un paese di risparmiatori, con un tasso di risparmio (cioè il rapporto tra risparmio e reddito disponibile) elevato, nel confronto internazionale. Dopo essersi ridotto significativamente fino al 7,5% nel 2018, nel 2020 per effetto della pandemia e la conseguente riduzione dei consumi ha raggiunto il 15,3%. Le scelte di investimento si sono anch’esse modificate nel tempo, ma risentono probabilmente della bassa competenza finanziaria. Durante il periodo segnato dalla pandemia è cresciuta la quota di risparmi investiti in attività liquide – depositi e circolante sono arrivati a pesare per circa un terzo delle attività finanziarie totali delle famiglie – ma stanno crescendo anche gli investimenti in quote di fondi comuni e il risparmio dato in gestione alle compagnie assicurative”.

Quanto sono “educati” gli italiani e le italiane, rispetto agli altri Paesi dell’Ocse?

“Il livello di competenze finanziarie, che viene misurato dalle indagini dell’OCSE su conoscenze, comportamenti e attitudini, è più basso che negli altri paesi OCSE. Negli ultimi anni sono cresciute lievemente le conoscenze di alcuni concetti di base, come l’interesse semplice e composto o la diversificazione del rischio, mentre restano stabili i comportamenti, ad esempio la pianificazione, e le attitudini, al risparmio, all’indebitamento”.

 Ci sono disparità legate al livello di istruzione, al reddito o al territorio?

“Le competenze sono più elevate tra chi è più istruito, anche se non in misura molto rilevante. In media, tra gli adulti, le donne hanno ovunque un livello di competenze inferiore agli uomini. Questa è una peculiarità quasi solo italiana, il divario si osserva anche tra i giovani, mentre in media negli altri paesi tra i giovani non vi sono più differenze. Anche il livello di istruzione conta, pur meno di quanto ci si attenderebbe: le competenze di chi ha un titolo di studio superiore sono poco più elevate di chi non lo possiede. Altre differenze sono in ambito professionale, i lavoratori autonomi mostrano maggiori competenze”.

Foto di Rudy & Peter Skitterians

Cos’è il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale? Chi lo compone? Di cosa si occupa?

“Il Comitato ha lo scopo di promuovere e coordinare iniziative utili a innalzare la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali, tra la popolazione e migliorare per tutti la capacità di fare scelte coerenti con i propri obiettivi e le proprie condizioni. E’ composto da undici membri, la Direttrice è la professoressa Annamaria Lusardi, docente di fama internazionale di finanza personale, mentre gli altri dieci sono rappresentanti delle quattro autorità dei mercati finanziari, Banca d’Italia, che io rappresento, la Consob, l’Ivass e Covip, dei quattro Ministeri più interessati,cioè  quello dell’Economia, quello dell’Istruzione, quello dello Sviluppo economico e quello del Lavoro, dei consumatori e dell’organismo di vigilanza dei consulenti finanziari. Ha realizzato un portale, istituito il Mese dell’educazione finanziaria e definito delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione finanziaria”.

Sono stati raggiunti gli obiettivi previsti nella Strategia nazionale per l’educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale per il triennio 2017-2019, fissati dal Comitato?

“Questi riguardavano la sensibilizzazione della popolazione e l’avvio di iniziative dedicate a target specifici, per primi i giovani, poi gli adulti e in particolare donne, anziani e migranti, infine i piccoli imprenditori. Direi che l’obiettivo è stato sostanzialmente raggiunto: grazie al Mese dell’educazione finanziaria a ottobre, giunto quest’anno alla sua quarta edizione quest’anno, con 700 iniziative proposte nel mese, la sensibilità al tema è cresciuta moltissimo. E’ stata avviata anche una campagna di comunicazione con i grandi mezzi di comunicazione, con elementi di educazione finanziaria presenti in serie televisive come Un posto al sole o in altri programmi, come L’eredità. Dai componenti del Comitato ed altri stakeholders sono stati avviati progetti dedicati alle donne, la Banca d’Italia ne ha avviati due, con il Soroptimist international e con il Consiglio Nazionale del Notariato), ai migranti presso i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti, agli artigiani”.