La Pasqua di Gesù: il concentrato delle passioni nel mondo e della speranza

a sinistra il cardinale Lojudice. A destra una foto di Foto di Jeff Jacobs da Pixabay

La Settimana Santa è certamente un momento per ripensarsi, per guardarsi dentro, per rimettere ordine nella propria vita, nei propri pensieri, nel proprio cuore. La passione di Gesù è il concentrato delle passioni del mondo, che, come dice San Paolo, “geme e soffre nelle doglie del parto”, ma che deve trovare e può trovare il senso di questa sofferenza guardando proprio a quel percorso, a quei giorni, a quei momenti così forti, soprattutto per l’umanità di Gesù.

La Pasqua è luce, è vita, ma in particolare è e deve essere speranza, che non deve mai mancare in noi, nelle nostre famiglie, nel nostro quotidiano, nel nostro oggi, perché ognuno di noi è preso e afflitto dalle proprie situazioni, ma deve continuamente guardare anche avanti, verso un orizzonte diverso, non per fuggire dalla realtà, ma anzi per immergersi in essa ancora più pienamente. La carta vincente è l’amore. Vivendo come è vissuto Gesù, la comunità cristiana può diventare l’immagine terrestre, visibile e leggibile della Trinità. Ogni essere umano sente un’insopprimibile nostalgia di comunità; ne ha bisogno per vivere e per crescere, ne ha bisogno più dell’aria che respira. Ma solo alla luce della Trinità questa constatazione acquista profondità. Siamo fatti per incontrarci, per dialogare e amare, perché siamo immagine di Dio.

La vocazione alla comunità è la traccia della Trinità che c’è nell’uomo. Perdersi per ritrovarsi. Ci si possiede quando ci si dona; ci si auto-tra-scende, quando ci si abbassa; ci si salva quando ci si fa dono a immagine di Cristo crocifisso, accettando di perdersi sulla terra come un piccolo chicco di grano. (cfr. Gv 12,24-25). Tutta la nostra vita cristiana è illuminata, è segnata, è trasformata dal mistero della Trinità. Dobbiamo prendere sempre più coscienza delle nostre relazioni con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. La nostra vita è una vita in comunione con le tre Persone. Siamo stati battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il battesimo ci ha introdotto nel mistero della Trinità, nella comunione di amore delle tre Persone divine. Il segno della Croce è così importante che, ogni volta che lo facciamo, ci dovrebbe far sentire l’abbraccio di Dio, perché ci fa scrivere la croce di Gesù sul nostro corpo”

Un augurio, allora, che porgo in modo particolare a tutte le famiglie, ai malati, agli anziani, ai giovani, ai bambini, che questa Pasqua ci aiuti a ripensarci, a riflettere, e che ci faccia guardare, come dicevo, verso il futuro, che può sembrare nero e oscuro ma nel quale siamo dentro, e dobbiamo essere convinti di poterlo anche modificare, farlo diventare diverso grazie al nostro impegno. Quindi l’augurio di una Pasqua di vera e piena Resurrezione per ciascuno di noi, per tutti i nostri cari e per un annuncio del Vangelo, in questo cammino sinodale che le nostre Chiese stanno vivendo, che sia sempre più efficace e che arrivi veramente fino ai confini della Terra. Auguri a tutti.

Card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza