Padre Feretti: “Vi spiego l’importanza del X Incontro mondiale delle famiglie”

L'intervista di Interris.it a padre Alfredo Feretti, direttore del "Centro La Famiglia" di Roma in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie

L’amore familiare: vocazione e via di santità“. E’ questo il tema scelto da Papa Francesco per il X Incontro delle famiglie. Promosso e curato dal dicastero Famiglia e vita e dal Vicariato della diocesi di Roma, l’evento dal respiro internazionale coinvolgerà la Capitale fino a domenica mattina, quando durante l’Angelus Francesco consegnerà il mandato alle famiglie di tutto il mondo, quelle radunate a Roma e quelle che vivranno questo speciale appuntamento in modalità multicentrica e diffusa mediante i collegamenti on-line.

L’evento

Come annunciato con un videomessaggio da Papa Francesco, l’evento sarà “multicentrico e diffuso”: circa duemila delegati si incontreranno a Roma, ma sarà possibile vivere questo evento nelle proprie parrocchie. Su Tv2000 tutti i principali appuntamenti, a partire da mercoledì 22 giugno, con il Festival delle famiglie alla presenza di Papa Francesco. Come affermato da don Walter Insero, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Roma, per la decima edizione dell’incontro delle famiglie si è deciso di capovolgere la scaletta e partire dal momento di festa, ossia da “The Beauty of the family”, il festival che sarà condotto da Amadeus che si alternerà sul palco con la moglie Giovanna Civitillo.

Le interviste per trasmettere la bellezza della famiglia

Amadeus e Giovanna intervisteranno i componenti del trio “Il volo”, Francesco Beltrame Quattrocchi, nipote dei Beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi scelti come patroni dell’incontro, e Gilberto Grossi, medico neurochirurgo che ha ricevuto una guarigione riconosciuta dalla Chiesa come miracolo per intercessione della coppia. A fare da filo conduttore fra i vari momenti del festival ci sarà l’Orchestra Filarmonica Marchigiana che in alcune occasioni si esibirà con “Il Volo”.

L’inno ufficiale dell’evento

Il Festival “The beauty of the family” si concluderà con il discorso e la benedizione di Papa Francesco, la presentazione dell’inno ufficiale del X Incontro mondiale delle famiglie “We believe in love” composto da monsignor Marco Frisina, eseguito dal coro della diocesi di Roma che sarà accompagnata dall’Orchestra di Macerata.

L’intervista a padre Alfredo Feretti

Per comprendere al meglio l’importanza che riveste questo incontro mondiale, qual è la vera vocazione delle famiglie, ma anche quali sono le problematiche e le difficoltà con cui devono scontrarsi ogni giorno, Interris.it ha intervistato padre Alfredo Feretti, sacerdote degli Oblati di Maria Immacolata, è stato per anni responsabile della Pastorale giovanile e della Liturgia del Santuario di Lourdes. Successivamente ha diretto il Centro giovanile Giovanni Paolo II a Montorso, nei pressi di Loreto. Oggi continua il suo impegno come direttore del Consultorio familiare e presidente del Centro “La Famiglia” di Roma.

Padre Alfredo, oggi inizia il X Incontro mondiale delle famiglie. Qual è la sua importanza?

“E’ data dall’importanza della famiglia. Circa 2.000 delegati si incontreranno a Roma, ma il resto si vivrà nelle diocesi di appartenenza. L’importanza è mettere all’attenzione della società, non solo della Chiesa, la famiglia nelle sue varie sfaccettature. Non è il tempo dell’esaltazione dell’idea della famiglia, ma questo è il momento di mettere sul tavolo la bellezza di costruire una famiglia, sapendo che ha nella sua natura una chiamata ancora più alta che il credente riesce a scoprire attraverso la grazia del Battesimo, ne vede la bellezza non con una spiritualità disincarnata, ma restando dentro la concretezza della vita”.

Nel videomessaggio in vista di questo incontro, Papa Francesco lo ha definito multicentrico e diffuso. Ma potremmo aggiungere altre due definizioni: laico e pastorale. Cosa significa?

“La realtà famiglia è la vita delle persone, non è una sovra-cultura a cui la Chiesa vuole dare importanza. Per il cristiano significa scoprire che la famiglia ha una vocazione profonda: rivelare e nello stesso tempo cooperare a che il Divino immetta nel mondo tutti quei valori di cui il mondo ha bisogno. Per questo il congresso non è concentrato a Roma; l’incontro è multicentrico, ossia in tutto il mondo, e diffuso perché potrebbe essere celebrato anche nelle singole famiglie, anche se sarebbe meglio che stessero tutte insieme, nella loro comunità. Essere famiglia delle famiglie: rivela una vocazione ancor più alta che è quella di creare le radici di ogni società”.

In un documento redatto dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita per volontà di Papa Francesco, “Itinerari catecumeni per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le Chiese particolari“, vengono fornite le linee guida per la preparazione al matrimonio “anche come antidoto che impedisca il moltiplicarsi di celebrazioni matrimoniali nulle o inconsistenti”, sottolinea il Pontefice nella prefazione. Ma come mai i media e la stampa si sono concentrati soprattutto sull’aspetto della castità prematrimoniale?

“E’ un aspetto messo in evidenza da questo documento di 90 pagine, dove non si parla solo di castità, ma di molte cose. I media hanno voluto mettere un focus su questo, si tratta sicuramente un valore per la Chiesa, ma non è il punto principale, altrimenti falseremmo la lettura di questo testo. Quel documento, a mio avviso molto importante, pedagogico, per accompagnare i giovani e le coppie a riscoprire la bellezza dell’amore. Dentro tutto questo c’è anche il tema della castità. Il documento dovrebbe essere letto molto bene: al suo interno ci sono molte definizioni di castità che noi però abbiamo molto riduttivamente tradotto in non avere rapporti sessuali prima del matrimonio. La castità è conoscere l’altro senza mai possederlo, in una tale libertà che permetta i due componenti della coppia ad orientare i loro gesti verso i loro doni. La castità è importante e va sempre vista sotto questa angolazione: è orientata a cogliere la bellezza del dono e non del possesso”.

Come patroni dell’incontro mondiale delle famiglie sono stati scelti i Beati coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, prima coppia di sposi beatificata dalla Chiesa Cattolica il 21 ottobre 2021. Quale insegnamento possiamo trarre dalla loro vita? 

“La loro vita è bellissima e andrebbe anche letta, ma senza renderla una storia di santi disincarnata. E’ una coppia che sa chi è al centro della loro vita e che permette loro di vivere gli impegni quotidiani con quella professionalità e umanità, ma allo stesso tempo spiritualità tipica del cristiano che lasciandosi ispirare dal Signore, irrora tutto il territorio intorno. La famiglia, quindi anche i coniugi Beltrame Quattrocchi, non è centripeta, ma ha al suo centro ha la sua missione di testimonianza, prima di tutto con i figli, poi con il resto del mondo. Lasciare un segno intorno è il vero volto della santità”.

Quali sono i principali problemi e difficoltà che le famiglie di oggi devono affrontare? 

“Credo che una risposta a questa domanda non la posso dare. Tutti i giorni dedico tempo e ascolto le famiglie. La difficoltà più grande è che ci scontriamo con alcune fragilità strutturali legate alla maturità delle persone, alle difficoltà economiche e comunicative, alle ingiustizie sociali, ai retaggi del passato. Ciò che sento necessario è dire in umiltà che nessuno ha una risposta completa, ma creare rapporti di amicizia, di fraternità permette di superare anche le difficoltà più grandi e di vedere uno spiraglio di luce, di essere come noi desideriamo essere. Noi vogliamo non vivere nell’ideale, ma nel reale con la consapevolezza che giorno dopo giorno progrediamo e facciamo fiorire la vita intorno a noi. Dobbiamo capire che il paradiso terrestre è davanti a noi, non dietro”.

Padre Alfredo, vuole fare un augurio a tutte le famiglie? 

“Auguriamoci di trovare uno stile di vita cristiano, le famiglie hanno la possibilità di offrire una vita con stile. Credo che lo stile è ciò che contraddistingue la vita di ogni uomo e di ogni famiglia. Per capire, però, quale sia lo stile di vita di una famiglia cristiana dovremmo tornare alle Beatitudini, ma prima metterei una parola: ospitalità. Un’apertura incondizionata, la gioia di aprire la porta, le braccia e il cuore, come ha fatto Gesù con chiunque. Augurerei alle coppie di ritrovare uno stile di vita profondamente umano e cristiano, perché lo stile è lo Spirito Santo che dà al nostro corpo quella trasparenza del soprannaturale e del bello che ciascuno di noi porta dentro”.