Miopia: la causa non è solo nella Dad e nello smartworking

Una condizione di cui soffrono sempre più persone, sia adulti sia bambini, ma la colpa è anche la nostra

Le restrizioni imposte dai lockdown e la permanenza continua, nello scorso anno, in luoghi ristretti, concluse con l’accumulo di molte ore di esposizione al computer, al telefono cellulare e alla tv, hanno provocato un notevole aumento della miopia fra i bambini italiani.

Una dura prova per gli occhi

La chiusura forzata, in uno spettro visivo delimitato dalle quattro mura, ha posto a dura prova la tenuta degli occhi dei bambini e anche degli adulti. Il ricorso, in contemporanea, a misure di “didattica a distanza” e di “lavoro agile” hanno aggiunto un elevato utilizzo, in termini di ore, di schermi di vario tipo. La situazione, già notevolmente difficile, è stata ulteriormente complicata dall’abitudine, diffusa, in tale clima di incertezza e noia, di trascorrere anche il tempo libero in stretta compagnia di schermi e dispositivi digitali. Gli occhi, dunque, nella maggior parte dei casi, hanno subito una forzatura per quasi tutta la giornata.

L’allarme

L’Agenzia Dire, il 15 luglio scorso, al link https://www.dire.it/15-07-2021/654251-caputo-meyer-ormai-e-epidemia-di-miopi-nel-2050-saranno-cinque-miliardi/, riportava quanto segue “Già si parla di epidemia di miopi. Secondo uno studio molto importante nel 2050 ci saranno 5 miliardi di miopi. I giovani facciano sport, perché protegge dalla miopia. Dopo più di un anno di pandemia e di didattica a distanza, Roberto Caputo, direttore Oftalmologia Pediatrica all’ospedale Meyer di Firenze, lancia un allarme nel corso di una intervista rilasciata all’agenzia Dire nell’ambito di una serie di interviste programmate dall’Associazione Italiana Medici Oculisti (A.I.M.O.) su questo tema. Quello trascorso, intanto, è stato un anno complicato soprattutto per i più giovani, che non sono potuti andare a scuola ma hanno dovuto sostituirla con lezioni a distanza. E Caputo, proprio di recente, ha sottolineato come questo abbia influito sull’aumento della miopia tra i 6 e i 16 anni. […] Un lavoro scientifico di un gruppo cinese, condotto su 120mila ragazzi in 10 scuole, ha evidenziato un aumento della miopia in questo periodo rispetto agli scorsi anni, in cui è stata ridotta l’attività all’aria aperta e incrementata la didattica a distanza. Uno studio che può tranquillamente essere traslato anche sull’Italia durante il periodo della pandemia. […] In Asia si arriva a punte di oltre il 70% di miopi, in alcune popolazioni oltre il 90% di ragazzi scolarizzati è diventato miope. Ma anche per popolazioni occidentali le cose sono cambiate: un lavoro fatto negli Stati Uniti dice che tra gli Anni 70 e i primi del 2000 siamo passati da una media del 25% ad una media del 42% di miopi a pari età”.

Facciamo giocare i bambini all’aperto

La BBC Health, al link https://www.bbc.com/news/av/health-58274916 nell’agosto scorso ricordava “Gli optometristi in tutto il Paese affermano di diagnosticare un numero maggiore di bambini con miopia dall’inizio della pandemia. Lo hanno attribuito a meno tempo trascorso all’aperto a causa delle restrizioni di Covid, più tempo trascorso sugli schermi e un calo del numero di esami oculistici effettuati durante la pandemia. Il Collegio degli Optometristi chiede ai genitori di far giocare i bambini all’aperto per due ore al giorno, questo è dimostrato per prevenire o fermare lo sviluppo della miopia; e di portare i loro figli a fare esami della vista”.

L’occhio umano, in linea con l’innata tendenza a soffermarsi sugli oggetti più vicini, risente dell’abuso di questa costrizione. Gli esperti e gli oculisti hanno, da sempre (anche in tempi precedenti al Covid-19) raccomandato di offrire all’occhio più ore possibili di esposizione agli spazi aperti, a fissare obiettivi ampi e lontani.

Cosa accade all’occhio

Il cristallino, lente naturale dell’occhio, in seguito alla fissazione a schermi ravvicinati, subisce una continua forzatura muscolare e rallenta la sua riposizione in una condizione di riposo. Il disagio si ha nei tempi così più dilatati, affinché la lente torni a riposo; in tale condizione, riprendere a osservare un oggetto lontano, crea una sorta di apparente miopia.

La vista risente dell’equilibrio psicofisico dell’individuo e degli eventuali elementi perturbatori ambientali (dispositivi digitali, spazi ristretti) ed è opportuno sollecitarla alternando lo sguardo, cambiando obiettivi, puntando sulla novità, sullo stimolo che sferza la noia e l’abitudine.

I più esposti al pericolo

I bambini, fisiologicamente sono più esposti, poiché la fascia d’età più delicata per l’insorgere della miopia è quella dagli 8 ai 13 anni; necessitano, quindi, di alternare, frequentemente, la visuale e di concedersi delle pause dalla lettura degli schermi. In situazioni di DAD o, comunque, dinanzi a computer, tv, telefoni cellulari e tablet, occorre diminuire i tempi di esposizione e, al tempo stesso, intervallarli con numerose pause, anche 1 minuto ogni 20. In una società/social, sempre più intrisa nel digitale e dominata dalla fretta, dalla connessione h24, il proporre pause così ripetute potrebbe sembrare un’eresia, un tradimento alla “civiltà”. Eppure, è l’unico modo, alla lunga, per sopravvivervi.

Il tanto tempo trascorso davanti ai video riduce anche il numero dei battiti di ciglia, da 20 a circa 5 e ciò non consente il giusto inumidirsi dell’occhio. Per evitare o limitare le conseguenze dell’“occhio secco” (stanchezza visiva, bruciore, sensazione di sabbia), è necessario intervallare l’esposizione con continue pause e assicurare al corpo un’adeguata idratazione.

La corretta modalità di esposizione

Un altro elemento da non sottovalutare è la modalità di esposizione: la distanza che si tiene dinanzi a un dispositivo digitale è minore, quindi più pericolosa, rispetto a quella che si utilizza(va) per leggere un libro. Per i computer, gli esperti raccomandano di porsi a circa 50-70 centimetri, per il telefonino almeno 30. Importanti sono anche una corretta luminosità dello schermo e l’utilizzo di caratteri non troppo piccoli, in un ambiente luminoso (possibilmente con luce naturale).

In questa situazione di enorme utilizzo, da parte di bambini e adulti, anche le case produttrici devono fornire schermi sempre meno invasivi, possibilmente a prezzi accessibili e non solo a disposizione dei più abbienti.

Per gli esperti, la “luce blu” (radiazioni con basse lunghezze d’onda) emessa dagli schermi, ha conseguenze dannose sulle capacità visive. L’allarme, tuttavia, rimane abbastanza ignorato. In un’epoca dominata dall’immagine e dall’esteriore, forse avrebbe più presa ricordare i danni che tale luce produce in termini di invecchiamento precoce e comparsa di rughe sul viso.

La mascherina può influire sulla vista?

L’impiego della mascherina ha il suo coinvolgimento anche nella vista: nel diverso approccio meccanico per guardare verso il basso e, soprattutto, in un maggior flusso di aria in verticale verso gli occhi, facilitandone la secchezza.

La problematica riveste un carattere mondiale e i margini di rischio, evidenziati da numerosi studi, sono molto diffusi, alla stregua di un virus nel virus. L’allarme, quindi, è davvero grave e dovrebbe ricevere adeguati spazi informativi per gli adulti, i genitori e i giovanissimi.

Al momento, in una condizione che esclude lockdown e DAD, i pericoli sono minori. Il rischio, tuttavia, è che la pericolosità si sposti dalle ore di studio o lavorative a quelle del tempo libero e dello svago, rimanendo, nella sostanza, la stessa in termini di esposizione oraria.

Gli avvertimenti

“La specie che cambia se stessa” (sottotitolo “Come l’abbondanza ha plasmato l’essere umano e continua a farlo”) è l’eloquente titolo del volume scritto dal professor Edwin Gale e pubblicato nel 2021 da Il Saggiatore. L’unica specie al mondo che è in grado di distruggere se stessa, ha sviluppato un’abbondanza schizofrenica e sbilanciata, a favore solo di alcune aree del mondo (e anche in queste con colpevoli squilibri), tale da causare dei danni, talvolta irreversibili.

L’avvertimento di Gesù “La lampada del tuo corpo è l’occhio; se l’occhio tuo è limpido, anche tutto il tuo corpo è illuminato; ma se è malvagio, anche il tuo corpo è nelle tenebre. Sta’ quindi attento che la luce che è in te non sia tenebre” (Luca 11, 34-35).

I mutamenti della specie umana dovrebbero essere rivolti al benessere psicofisico e all’ottimizzazione dei rapporti interpersonali; sono insensati quelli di carattere non universale. La tecnologia, abbondante o carente, se utilizzata in maniera scorretta determina risposte inadeguate e danni a livello fisico e mentale, come nel caso dell’iperesposizione ai dispositivi tecnologici.

L’uso elevato degli schermi è stato causato da un evento di portata epocale e inimmaginabile, ora è compito dell’uomo adulto, del genitore che fornisce esempio e del giovane stesso, impegnarsi in una riduzione complessiva, anche per la parte offerta dai social e dai videogiochi, pena un’irreversibile compromissione fisica e mentale.