L’urgenza sociale di far uscire Roma dalla crisi economica e di identità. Intervista a Francesco Delzio

Sulla crisi sociale ed economica della capitale intervista di Interris.it al manager e scrittore Francesco Delzio, editorialista di "Avvenire" e autore del saggio "Liberare Roma. Come ricostruire il 'sogno' della città eterna"

Per far uscire Roma dalla crisi sociale ed economica “serve un Piano Strategico che le restituisca la collocazione che le spetta a livello globale. Quella di Capitale della Bellezza. Un luogo magico in cui convivono al meglio turismo di qualità e qualità della vita. Cura della persona. Mobilità green. Start up innovative. Università connesse con il mondo”, spiega a Interris.it il manager e scrittore Francesco Delzio, editorialista di “Avvenire” e autore del saggio “Liberare Roma. Come ricostruire il ‘sogno’ della città eterna” (Rubbettino).sociale

Impegno sociale e creativo

Francesco Delzio è considerato una delle menti più brillanti della generazione dei quarantenni. Manager di vertice in grandi aziende e organizzazioni (Confindustria, Piaggio, Atlantia). Imprenditore in start up innovative con Maestro e Digital Horizon, strategic advisor per imprese e istituzioni, scrittore e docente universitario. Insegna alla Luiss Guido Carli, dove ha ideato e dirige il Master in “Relazioni Istituzionali, Lobby e Comunicazione d’Impresa”. Punto di riferimento del settore in Italia, e l’Executive Program in “Gestione delle relazioni con i Consumatori”. È editorialista di Avvenire (con la rubrica “Opzione Zero”). Di RTL 102.5 (con il programma “La Scossa”). Di Prima Comunicazione (con la rubrica “Lobby d’autore”). E di InPiù.

Protagonismo della società civile

“Solo combattendo seriamente le rendite e costruendo un nuovo protagonismo della cosiddetta società civile, è possibile far ripartire la nostra Capitale”, sottolinea a Interris.it  il manager. Executive Vice President di Autostrade per l’Italia come direttore Relazioni Esterne, direttore del magazine Agorà e presidente dell’Associazione La Scossa. Francesco Delzio ha pubblicato numerosi saggi. Dal primo fortunato pamphlet “Generazione Tuareg. Giovani, flessibili e felici (2007). Ai più recenti “Opzione Zero. Il virus che tiene in ostaggio l’Italia” (2015), vincitore del Premio Canova di Letteratura economica e finanziaria. E “La ribellione delle imprese. In piazza, senza PIL e senza partiti” (2019).sociale
Da molti anni Roma è sprofondata in una crisi che sembra irreversibili. Quali sono le cause di una decadenza che sembra inarrestabile?

“Roma è prigioniera della cattiva politica locale e della pessima amministrazione, in primis. Basti pensare che da almeno 15 anni manca un Piano Strategico per la Capitale, dove si naviga a vista senza alcun progetto per il futuro, e che per ottenere un permesso edilizio possono servire anche 20 anni. Ma il declino di Roma ha radici ancora più profonde. Nel libro ne denuncio in particolare due, di cui pochissimo si discute: un sistema di rendite probabilmente unico al mondo, che immobilizza la Città Eterna e rischia di bloccare qualsiasi strategia innovativa di sviluppo, e il disinteresse per le sorti della propria città della classe dirigente economica e culturale”.

Foto © Il Tempo

Tra scandali e immobilismo, la capitale d’Italia appare sempre più lontana dagli stand delle altre metropoli europee. Perché?

“Perché Roma è gestita oggi con lo stesso status, gli stessi poteri e la stessa autonomia di un Comune di 5.000 abitanti. E’ un’anomalia unica tra le grandi Capitali del mondo occidentale, che godono di status speciali e di budget ad hoc. E anche perché tutti i Sindaci e le Giunte che si sono succeduti a Roma negli ultimi 15 anni – a prescindere dal loro colore politico – hanno scelto la comoda strada del “gestionismo”. Solo (mala) gestione dei servizi pubblici locali e nomine, mediamente di basso profilo”.Può farci un esempio?

“Zero strategia globale e locale, assenza di visione alta e di sfide quotidiane capaci di mobilitare i cittadini, nessun progetto di sviluppo per raggiungere l’eccellenza settoriale in Europa e nel mondo, rinuncia aprioristica ad inseguire grandi eventi in grado di restituire a Roma un’immagine nuova in tutto il globo. Mentre la globalizzazione correva in direzione opposta, spostando il terreno della competizione dagli Stati alle metropoli, hanno scelto di ridurre il proprio ruolo a quello di amministratori di condominio”.SocialeLa distanza tra Roma e Milano in termini di modernizzazione si è acuita negli ultimi anni?

“Certo, è diventato un divario amplissimo. Al punto che oggi tra Roma e Milano non c’è più partita sul piano economico e perfino sociale: il reddito pro-capite è di circa 47 mila euro a Milano contro i 32 mila euro a Roma (dati pre-Covid) e tasso di occupazione, opportunità di lavoro qualificato per i giovani e depositi bancari seguono lo stesso trend. E soprattutto Milano, soprattutto dopo EXPO, mostra un passo e uno spirito globale. A differenza di Roma, che sembra cullarsi in un inspiegabile provincialismo. Ma attenzione: nei primi anni Duemila vivevamo una situazione esattamente opposta, almeno a livello di trend, e celebravamo il ‘modello Roma’”.socialeA cosa si riferisce?

“Il destino di declino per Roma non è ineluttabile, dunque, al contrario. Perché incrociando le caratteristiche della Città Eterna con i macro-trend globali, si scopre che è possibile costruire un grande progetto che posizioni Roma “in vantaggio” nella sfida per lo sviluppo che si giocherà nei prossimi anni tra metropoli globali e città internazionali. Sfida che sarà regolata da un principio di fondo: “vinceranno” nei prossimi anni a livello globale le città che riusciranno ad offrire la qualità della vita più alta”.  Cosa serve alla “città eterna” per risorgere

“Serve disperatamente una “carica dei 100″, come la definisco nel libro: 100 manager che decidano di dedicare una parte della loro vita professionale a rivoluzionare organizzazione, processi decisionali e servizi offerti dalla macchina amministrativa di Roma Capitale e dalle sue controllate. Oggi questa macchina è un gigante di carta, troppo spesso inefficiente e autoreferenziale. Se e quando riusciremo a rifocalizzarlo al servizio quotidiano dei cittadini, Roma risorgerà davvero”.